Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966

RICORDO DI GAETANO GERVASI (Monteverde, 2 gennaio 1886 - Napoli, 23 novembre 1964) VG lo sono stato il promotore di questa riunione e tocca a me cominciare. Dirò brevissimamente quello che penso di Gervasio; dopo ci torneremo su insieme, ognuno din\ il suo pensiero e allargherà le cose che forse avrò detto. Sostnnzialmente;: Gt:rvasio è una delle pochissime persone (sono due o tre) cb mc conosciute, che ritengQ oneste in senso a~solutu, sia nelle piccole che nelle grandi cose. Ricordiamo intanto che durante il fascismo, a Mil:.:mo, aveva quella piccola officina, nella quale ospitava tulli quelli che passavano e che avevano bisogno di mangiare e di lavorare un po'; tutta la parentela che veniva su dall'Italia me• ridionalc. ( E' sempre sta lo legato alla famiglia in senso tradizionale e non s.:: ne è slaccalo nemmeno alla fine). E' ovvio che un'officinctta così non potesse vivere, infatti è fallita. Ma la cosa curjosa è che il colpo finale non glielo hanno dati i parenti, o, i compagni che venivano a lavorare un giorno e poi dovevano scappare, oppure che non lavoravano ed erano ugualmente pagati; è stato un ialc che aveva comperato mollo da lui e che adesso ha un negozio vicino a Piaz. za Diaz: non gli ha pagato una grossa fattura, così Gervasio è fallito; e quello adesso è pieno di milioni (tutto ciò rientra nel sistema). Come compagno anarchico Gervasio aveva delle qualità sostanziali che lo distinguevano dagli altri: prima di tutto non si arrabbiava, per lo meno non l'ho mai visto arn1bbiato se non raramente, se non due ,·alte forse; poi ti diceva scmp1·e quello che pensava in maniera calma; terzo, aveva uno strano modo ge– nuino di conciliare quello che pensava con quello che faceva. A differenza di altri compagni anarchici (e non voglio accusare i compagni), della gente che milita in un partilo, l;.1sua condotta quotidiana era molto vicina alle sue idee; ::erto venendo ogni giorno a dei wmpromessi, ai compromessi spiccioli della vi– ta, ma non a compromessi sul piano reale della politica. Era, come è noto. un attivista sindacale; ma attivista sindacale è una espres– sione brulla; era attivo nella vita sindacale; e lo è rimasto fino alla fine, pur restando anche anarchico. Con la sua azione ha dimostrato a quei compagni che hanno sputato sul movimento operaio dal '45 ad oggi, che quello era l'ltl– nìco modo perchè l'anarchismo potesse essere ancora vivo in qualche modo. Poi aveva un senso dell'umorismo molto fine, che era ::inche un aspetto del suo anarchismo. Per esempio rico1·do che una volta gli ho chiesto: ma allora la vita coniugale, il matrimonio come lo giudichi? mi ha risposto: l'ideale sarebbe di vivere soli, ma .;iccomc non si può vivere soli, ho dovuto accettare la più piccoJa società possibile, quindi mi sono mc:sso saltando con una donna. E' un modo spiritoso per acceltare un dato di fatto, però per accettarlo in senso po– sitivo. 42

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