Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966
tà - come· giustamente fa rilevare il professore Zelinski - «la scienza giacchi! può confermnre ciò che vuole, salvo che se stessa, cioè la sua propria , agione ... ». Infine, il lato precisamente scientifico del marxismo - se si accet– ta la formazione profondamente scientifica di Marx - è contestabile. Le osscrva1ioni parziali ed a priori, le conclusioni, le costruzioni per parnllcli e per an::tlogic. gli esempi storici non sempre ben scelti, la com. pleta conrusione tra «l'oggellività» e la «causalità» da una parte, ed i «bisogni)) e la «politica» cl~ll'altra, non hanno nulla di scientifico nel– I'accezinne comune dell'espressione. TI marxismo è fe1mo nella limitata convinzione della for1.a onnipo– tente del progresso economico, nella sua creden1a che le forze onnipo– tenti della «esistenza» al di fuori della volontà umana, ed anche in op– pòsizione a questa, condurranno l'umanità verso ·il suo scopo di felici– tà e cli giustizia. Tn questo sistema, il proletariato è stato proclamato come l'espressione naturale e necessaria di questa verità che, pur' aven· do attualmente una diversa fortuna, arriverà alla fine ad essere com– pletamente vittorioso. La piena armonia sociale è lo scopo della missio– nC"storica del proletariato, In questo modo, il marxismo è soffuso d'un ottimismo razionalista e puramente borghese. Ed è anche utopistico quanto le altre utopie che esso tanto detesta. Il marxismo è imbevuto, non già dello spirito criti– co cd inquieto della critica scientifica, ma dello spirito calmo e dolce del fatalismo. Quel feticismo cli fronte alla produzione ed ai rapporti di consumo - che è la più geniale· scoperta di Marx e dal quale deriva– no tutte le altre - lo compromette. Le for1,.eautomatiche di sviluppo, col loro scopo I' ragionevole» - la vittoria dei princìpi socialisti -- sono divenuti i feticci del marxi– smo. L'uomo è diventato unicamente qualcosa di relativo, come un semplice rifle.:;;~odi dette forze, una cosa che muta con la storia; e Ja storia si organizza al cli ruori di lui. La teoria del materialismo economico può a rigore corrispondere :id un certo grado di sviluppo umano e sociale. Essa non può pretende. re di avere un valore oggettivo. né un'importanza universale e costante: non bisogna dimenticare che lo stesso creatore di questa teoria, secon– do la suzastessa dottrina, non h~ potuto vedere in essa che un proaut– to determinato da certi rapporti di produzione. Quando detti rapporti mutano, anche la teoria cade. Essa, quindi, è un fatto psicologico, rela– tivo e contingente, essa non può, di conseguenza, giocare i-I ruolo di portavoce eterno della verità. Lo stesso Engels ha - ne] suo Anti-Dii– ring e parlando del futuro sis1cm3 sociale - considerato il momento in cui ques1a teoria non potrà essere pili valida: «Solta11to quando gli uomini sara11no essi stessi co111pletm11enteca. scie11li di essere i creatori della storia, le forze sociali messe in marcia 17
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