Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966
ria1isti più accaniti essa ha perduto il suo carattere categorico. Lo stes– so Engels riconobbe, in una delle sue lettere, che era in parte respon– sabile, unitamente a Marx, del fatto «che i loro discepoli dànno al lato economico più importanza di quanto non ne abbia>, E così prosegue: «Noi siamo stati costretti, spinti dai nostri avversari, 11daccentua– re la negazione dei loro principi essenziali, e non abbiamo avuto sem– pre il tempo, né il luogo, né l'occasione di soffermarci sul resto, sul ruolo delle loro azioni reciproche». Così, dallo stesso riconoscimento di uno dei più noti teorici del ma– terialismo economico, il senso assoluto di questa dottrina si presenta in larga parte come il frutto di passioni polemiche e di scuotimenti, spie– gabili con le caratteristiche dell'epoca. Ma questo riconoscimento è molto importante per un'altra ragione. Se Engels parla di azione reci– proca, egli accetta senza volerlo i] fatto che il fattore economico subi– sce questa azione, cioè che il fattore economico non rappresenta unica– mente la causa, nè la sola causa, come invece viene sostenuto dalla for– mulazione marxiana, ma è nello stesso tempo conseguenza. Accettare che il fattore economico possa essere la conseguenza di fenomeni reci– proci e che reagiscono l'uno sull'altro, esclude quindi la possibilità di considerarlo come ]oro causa prima. Le azioni reciproche dei differenti fenomeni della vita sociale non sono più negate, anche dai più zelanti fautori della teoria: «L'azione re– ciproca - scrive Beltov (Plekhanov) - esiste indubbiamente tra gli a– spe! ti della vita sociale». In Marx ed in Engels troviamo punti in cui essi accettano l'azione reciproca sull'economia, ma, a nostro avviso, la citazione più interes– sante è ]a celebre pagina del primo libro de «Il Capitale,,, in cui viene descritto il processo di lavoro: «Alla fine del processo del lavoro, si giunge al risultato che esiste– va all'inizio dello stesso processo nella rappresentazione dell'operaio, cioè nelle sue idee. Nella sua attività, l'uomo produce non soltanto le fanne mutevoli della materia della natura, ma realizza contemporanea– mente alcuni scopi di cui egli ha coscienza prima di realizzarli, i quali determinano, con la forza di una legge, le caratteristiche della sua atti– vità, ed ai quali egli deve costantemente subordinare la sua volontà ...}). Questo brano costituisce il riconoscimento più caratteristico del– l'interpretazione della teoria. Se Marx afferma che in ogni processo di lavoro, ogni attività è condizionata da uno scopo preventivamente rap– presentato, diviene chiaro che la produzione ed i rapporti di produzio– ne che scaturiscono dal processo del lavoro sono preceduti da una cer– ta idea, cioè che, nonostante l'affermazione di Engels, «le cause defini– tive dei cambiamenti sociali debbono essere ricercate nelle teste degli uomini anziché nei mezzi di produzione e di scambi». Il marxismo è stato fatalmente costretto a fare delle concessioni 13
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