Volontà - anno XVIII - n.12 - dicembre 1965

HHl:Hl~SIOl\11 LIJHH PllETI 1 ~1111 deffl11111ero e delln Jtazza nell'.ltalia degli anni ':IO (Edit. Opere Nuove, maggi:' 1965- Roma). Da una conferenza tenuta a Bologna 1'8 gennaio 1965- ripetuta poi in altre cit– tà -, Luigi Preti ha tratto questo libro, che comunque de\·e essere considerato un J)OSiti\•o contributo all'interpreta1jonc del foscismo in generale e all'interpreta1Jonc del particolare problema del cedimento dei giovani nl fascismo e a e I miti dcl– l'l mpcro e della Razza, ncll'llalitt degli anni "30" •· Ad un quarto di secolo dalla dichiara- 7ionc della guerra fascista, a ventidue dalla caduta clamorosa di Mussoli11i, sa– rebbe ccrtamcn1c desiderabile leggere co– se più ponderate sul processo di forma- 1ione del fascismo, che ha lontane radi– ci, e sul cedimento al fascismo da parte di quelle generazioni degli anni •30•, a cui appnrtcnne Luigi Preti. Ma questo non accade. E non senza motivo: il fascismo come fenomeno politico italiano, è anco– ra scarsamente approfondito nel nostro paese, e lo prova una polemica, che ha 730 a\•uto luogo nel n. 9 di • Resistenza • e in cui, proprio facendosi richiamo anche a questo libro di Preti, riaffiora un ran– core non spento, fra le generazioni che si giudicano, e non hanno la volontà di ritrO\•are, per il fascismo, la causa in una colpa comune. Insomma se è vero che i giovani degli anni '30 hanno quasi tutti ceduto al fascismo e ai suoi miti, quale 1·c,;ponsabilità è da attribuire, per que– sto comportamento, ai giovani stessi e quale ;,11Jegenera.doni che li hanno con– dizionati? Che cosa sono • i miti dell'im– pero e della razza •? L'indagine che conduce Preli, per ri– spondere a questa domanda, inizia con l'immediato primo dopo.guerra, ricordan. do • l'appoggio di Mussolini all'Impresa lipicamcntc nazionalista cd espansionisti• ca di D'Annunzio a Fiume, la polemica aspra nei confronti della Francia e Gran Bretagna, alle quali si rimpro\•crava di aver fatto • man bassa • al bottino colo– niale, al tavolo della pace•· Ma si potrà mai jn qu~sto modo mettere a nudo la rcsponsabili1à della classe dirigente ita– liana, che è poi immutata da sempre, e intendere la disponibililà dei giovani al fascismo e ai suoi miti? No! A mc sem– bra che sia doveroso andare più a fondo, nella situazione politica italiana. La re– sponsabilità dei giovani del 1938, tanto per fare una data, che può avere la sua imJ)Ortanza per il mito della razza, si tra– sferisce pari pari sui giovani, che venti anni prima a,·evano appena terminato la guerra assurda e celebravano la pace, che ci bsci2.va esausti; e questa dei padri, que– :>ta terribile responsabifità, può essere anca. ra trasferita sui padri, che erano giovani nel 1898, e che non intesero i motivi delle vaste agitazioni popolari che allora per– corsero il paese, jn lungo e in largo. Ma con questi giovani del 1898 siamo già alla

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