Volontà - anno XVIII - n.12 - dicembre 1965

Bakunin. Quel gruppo di case mi diede la visione della sua vita: tutto era mi· sero e sqr.rnllido intorno a lui, tutto era privo di ragione e di bellezza nella sua patria e nel mondo, ed egli :weva cercato di prendere, invadere, dominare e vi– vificare lutto con la forza del proprio pensiero e con la bellezza della sua mente, la quale non rifletteva che un immenso amore per gli uomini, per questi stessi uomini tra i quali, oggi, c'è qualcuno che lo denigra. Di ritorno da una lunga permanenza nei tropici, ho letto, in questi giorni, un libro del signor Riccardo Bacchelli, intitolato Il Diavolo a Pontelungo, la o-.1itrama si svolge intorno ad un personaggio principale: Michele Bakunin. Mi permetta il sig. B=tcchelli di dirgli crudamente che il suo libro è un fai• so, un grave falso storico, di coscier.za e di umanità; ed accetti questo franco giudizio: non è una nobile azione, degna di un soldato valoroso come credo che egli sia stato. Michele Bakunin, sul quale moltissimi hanno scritto, non ha bisogno di di· fensori, ma occorre, a volte, ricordare. Io non so se Bacchelli abbia letto tutte le opere di Bakunin e quelle che a lui si ri[eriscono. Temo di no. Se le ha lette, creda il sig. Bacchelli che nulla ha compreso di Bakunin, come uomo politico, come padre di famiglia, come russo, come internazionalista, proprio nulla. Se avesse compreso qualcosa di tutto ciò che costituisce il pensiero e lo spirito di Bakunin, non ci avrebbe dato i due volumi del suo Diavolo a Pontelungo. Il protagonista del romanzo olTcrtoci da questo autore è un fantoccio, la o-.1i figura non è ricbnoscibile da chiunque sia provvisto di una certa cultura sto– rica e sociale. Nel libro di Bacchelli ci si trova di fronte ad un Bakunin manigoldo e beo– ne, il quale profitta della buona fede del giovane Cafiero e di altri poveri illusi, e che è il primo a tradire con i fatti i propri ideali. E si possono leggere tante altre insulsaggini ed inesattezze, scritte, quanto meno, con una buona dose di ingenuità. Voglio credere, per la dignità dell'uomo e dello scrittore, che Bacchelli abbia agito in buona fede, però deve accettare un consiglio: prima di scrivere un romanzo storico, legga attentamente la storia e dedichi ad essa qualche ora di studio qr_i_otidiano.Per quanto concerne Bakunin, avrebbe fatto bene a leggere L'lnternaz.ionale di James Guillaume e la Biografia di Michele Bakwtln scritta da Max Nettlau, se non gli scritli stessi di Bakunìn. Legga questi libri, perchè sarà sempre in tempo, li mediti, e si accorgerà quali e quante offese ha inferto alla verità; e sicuramente sarà il primo a dolersi di esse. Non voglio, in questa sede, discutere sulle idee di Bakunin; altri lo han fatto, in favore o contro, sino ::td esaurire il tema; ma mi pare che r.1nodegli scopi che l'autore si è proposto consista appunto nel denigrarlo, sminuendolo nella vita privata, per poter così colpire, attraverso l'uomo umiliato e rimpicciolito, le idee alle quali ha dalo vita. Questo comportamento, non solo è un mezzuc– cio antiquato e del guale si è abusato ormai abbastanza, ma è altresì una ma– niera di agire un pò ingenr.1ae meschina. Un uomo che, come Bakunin, ha rinunziato ad una casa, ad una ricchezza 725

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