Volontà - anno XVIII - n.12 - dicembre 1965

Sul Diavolo a Ponlelungo Uno scritto di Luigi Bakunin In un precedente numero di que-sta rivista, ncll:i rubrica •Let• tcre dai lettori•, ci era ~rnta ::w~mata da P.C. Masinl la richie~fa di pubblicare lo scritto di Luigi Oakunin (apparso su Nosolrm di Buenos Aires del 1928) e che rigu11rdava il noto libro di R. Bacchelli: J1 diavolo a Po11tclw1go. Dai compagni dclln FedcraclOn Llbcrlarla Argentina, e pili prccisamen1e dal compagno Bai, amministratore di Acd6n Ubl:r– tarla, abbiam::> avuto il testo integrale dello scritto apparso ap– punto sul numero 235 (dicembre 1928) di Nosotro.. Lo scritto è preceduto da una nota redazionale, la quale pre– senta Luigi Bakunin (nato in Sardegna, da madre italiana e dall'ingegner Carlo B:ikunin, figlio primogenito di Michele &kunin). laureatosi a NaPoli, nel 1920, in medicina, e specializzatosi in malatlie tropicali a Bruxelles. Ecco lo scrillo, nella sua interezza, tradotto dallo spagnolo, che a\·c\'3 come titolo: Il nlpole di M. Bakunln cl parla di suo no1u10 (N.d.R.). N EL GRANDE ed austero cimitero B1Umeng:1rden di Berna c'è una modesta tomba, la quale pol-.siede come unici ornomcnti un cipresso ed una stele con la seguente iscrizione: Michele Bakunln • (1814 • 1876). Il visitatore che si soffema davanti a questa semplice pielra, prova un sentimento di infinita pace e di dolcezza senza nome. L'ultima volta che mi recai :-il Bli.imcngarden, :-igli inizi del 1927, la neve aveva coperto di bianco tulio il cimitero; anche b tomba era un lenzuolo can– dido, e, per tro\'arJa, dovetti affondare nella neve sino alle ginocchia: sembrava che la natura, con quel freddo manlello volesse allont:rnare gli scettici, i fatui denigratori e i facili critici dal corpo, ora ridotto in polvere, cli colui che intera• mente si era dato e sacrificato per una idea. Perchè la neve non è eterna là, nel cimitero di Bltimengarden? Al primo so– le di primavera cs'ia si scioglierà e nessun ostacolo si opporrà al curioso e al• l'incredulo il q:iale potrà cos} ~n-vicinarsi alla tomba per offendere, col sorriso di colui che non vuote credere o con la ingiuria del settario, le poche ceneri che stanno sotto quella pietra tombale. Oggi la mia tristezza è grande e soprattutto falla di disillusione, giacchè vedo e tocco con mani come si;1 focile inventare leggende ed infangare, con leg– gerezza di cuore e di cervello, il nome di chi fece della propria vita un sacrificio interrotto per il trionfo cli un'idea, la «ma idea», che egli credeva l'unica adatta a redimere l'umanità. E mi sovviene di un'altra visit3, fotta nei dintorni cli Renan: un gmppo di poche e piccole case coperte dalla neve e circond3te da una vicina foresta di abeti; mi indicarono una piccola e misera abitazione, il cui focolare era, da tempo, spento e distrutto: in questo luogo aveva vi5sulo, per qualche tempo, 724

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