Volontà - anno XVIII - n.12 - dicembre 1965
sempre sono d'accordo co11 ltli. Allora, al di sopra delle differenze, salutiamo la nostra grande ragione di amarlo. Ragione molto semplice: Louis Lecoiu appartiene al regno dell'onore. Del solo onore oggi vigente, che consiste nel rifiutare qualunque Sistema che tradisce l'uomo. Naturalmente, il primo, il sistema borghese: e q11i non è stato privo di amici. Certo che se Lecoi11si fosse limitato solta,110a rifiutare, i11tutta la s11avia, l'Ordine borghe– se, la sua morale di proprietario, i suoi catechismi e le sue caserme, adagio adagio, sarebbe scivolato delicatameflle fra i buoni e onesti pe11sieridel gra11numero. Ma è elle egli lta rifiutato anche l'altro! Ila rifiutato anche l'Ordi11erivoluzionario - o che tale pretendeva di essere - quando ha veduto che esso stava deviando dagli scopi stabiliti. Abbasso Poincaré? Ma certamenre, però anche abbasso Stalin! E allora, di colpo, contro di lui l'insulto e l'improperio: \•ecchio anar; ribelle senza dottrina; e si è fatto a gara ad accusarlo sia di i11ef{icacia che di tradimento. Inefficacia? Tradimen• to? Guardiamo w1 po' la cosa da vicino. Ché infine llUIO ciò mi sembra piuttosto cu· rioso, noti vi pare? LA storia c'itisegna che in ogni secolo è staia fatta 1111a rivoluzione in uome del popolo, e per il popolo. Ed ogni volta, non si sa come, questa rivoluzione è finita ad esclusivo vantaggio di una classe. Nell'89 si è tagliata la tesro. ai nobili e sono stati i borghesi che li hmmo sostituiti. Oggi si sopvrimo,10 i borgllesi e sono t' burocrati che prendono il loro vosto. Il Danaro succede al Sangue e la Funzione al Danaro: per c1uantopoi riguarda il bellicismo, esso resta, co111e 1(1prova del nove dello scacco, nevvero Signor Mao Tsé T1mg? Afo non c'è forse in tatto questo una ragione profonda, e questa non è forse la dimenticanza delle cause della rivolta? Delle cause prime, delle cause eterne, elle i11sra11cabi1111e11te Lecoin sempre ci ricorda? Louis Lecoin, questo vecchio uomo, gracile ed invincibile, volevo chiamarlo, nel titolo di questo articolo: l'Obicuorc? /n \'erità questo nome non sarebbe stato impro– prio. Ma ce n'è w1 altro, che a lui si attaglia ancor meglio: l'uomo della Legge. Non certo della legge che si fabbrica nelle preture e nei tribmwli, ma quella elle riposa nel cuore degli uomini. La legge 11011 scritta, la Legge di Allligoue: tu non ucciderai, tu non inaanncrai. Ed è bene una triste e amara derisione, che d11ra11te sessant'anni, degli uomi11i detti di legge, abbia110fallo co111variredavanti a loro questo accusato, che era la Legge in persona; che lo ,ibbia110ingiuriato, stigmatiz<.ato, coperto di accuse infamanti, rinchiuso in celle e sorrovosto a puni<,ion;di rigore. Ed ora, eccoci all'essenziale. Forse. Og11iuomo ha il suo segreto, e Lecoi11 ci ri– vela il suo alla pagina 234 del suo libro. Ascoltiamolo: e Ora voi sapete, mi.ci cari lt..1.• tori, perchè mi sono lanciato in una campagna che aveva lo scopo di impedire l'im– prigionamento continuo degli obie1101i di coscienza. E' stato anche per salvare me stesso. Giacchè stavo finendo i miei giorni come un piccolo rcddituario molto tran– quillo ... 11 corso delle cose ha voluto che fosse altrimenti... Come dunque vedete, non ne ho alcun merito particolare. An1.i,confesso, che questa attività di sette anni mi ha forse salvato da un naufragio che era quasi sicuro ... •. Avele bet1 letto? Rischiantlo la \lit<1,Lecoin lw evitato " se stesso w1 naufragio! Volete che ve lo elica io qual è il segreto di quest'uomo? il s110segreto e quello di non professare una dottrina as11atta, giacei/è la sua dottrina è per lui un'esigen. za intima e gioiosa come vivere e respirare. Gioiosa, credetemi. Cliè il segreto di Lecoin ~ veramente la gioia. MORVAN LEBESQUE 710
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