Volontà - anno XVIII - n.12 - dicembre 1965

L'uomo della. legge H e 'ERA UNA volta un bambi110 che mendicava, e sua madre, per potere portare un pò di pane a casa, si prostituiva a un mugnaio•. Dispiacer~ a Louis Lecoi,i che inizi questo mio scritto, dando questa piega di racconto di fate, alle prime pagine delle sue Memorie? (I) Se così è, gli risvontlerò e/te, di fronte a questo terribile iniz.io anch'io avevo creduto a tm racco11ro cl11ro, crudele, realista. Poi, arrivato verso la pagina cento, mi sono fermato, /-lo posato il libro ed ho sorriso alla storia meravi– gliosa che m'attendeva: quella di 1111 1101110 che può guardare in faccia alla sua infanzia senza arrossire. La pagitra cento di q11af1111q11e libro la conosco: è il punto in cui ogni autore clie parla di s~, arriva alla svolta della sua vita; alla trentina. Qui, il grande uomo, l'uomo ormai celebre, si ferma. Sem;a gra11defatica ci ha sorpresi e stupili racco11ta11doci la sua infanzia eJ la sua giovineua. Abbiamo pianto sulle sue infelicità di ragauo, abbia• mo sorriso dei suoi primi amori, abbiamo partecipalo con passiot1e alle sue prime rivolte. Poi arriva a trenl'anni, ed io l'attendo a quesla fermala. Giacchè, purtroppo, fra i tristi spettacoli che la vita mi ha ol/erto, la svolta della trentina è sempre stata una delle più punLUafi. Trent'a,mi è l'etil critica dell'anima. E' l'etil in cui si cambia di buccia e di compagni, è l'età nelftl quale colui che aveva fame comprende improv– visamente che gli altri mangiano, e che colui che aveva freddo comincia a guardare i mantelli. L'età in cui il puro, a prezzo dell'impurità, impara, come si dice a vivere. Non è forse a trent'anni che di un cerro rivoluzionario, calz.ato di sandali e che conti• nuamen.te istigava le folle alla sommossa, se ne fece un deputato? E di 1m certo poeta (ahl qual nome, un tempo cosl caro e fraterno, mi viene sulle labbra!) non è forse a trent'ann.i, giusto a trent'anni, che lo vidi allontanarsi, corteggiare la futilit<l e diven• tare un ciarlatano mondano?... Ho dmu,1ue posato il libro. E, abbozzato 1111 sorriso, ho ritrovato lec-Oin dove Io avevo lasciato. Dove? Ma in prigione, perdio! Cltè louis Lecoin ha passato dodici anni della sua vita in prigione. Per quindici volte è stato, come si dice, tradotto davanti a 1111 tribuuale penale: corte d'assise o Tribunale Militare. E gid so che due– cento pagine più avanti, ritroverò l'adolescente che avevo mome,1ta11eame11te lasciato, su un letto d'ospedale. Ucchi chiusi, viso esangue, che fa lo sciopero della fame per gli obiettori di coscienza. A settantaquattr'a11ni! Non vi racconterò certamenle la vita di Lecoin. Prima di tutto perché ve l'ha raccontata lui stesso. Eppoi perchè rapisco di esserne indegno. Indegno di parlarvii di questo ragauo che a sette anni scoprl l'ingiusthia e la vergogna. IHdegno di que– sto anarchico che a venti anni giil rifiutava la sporca virtù dell'ubbidienza. Indegno della sua nobile compagna, Marie Morm1d, che questo libro ci rivela. E indegno, so– prattutto di questi sessant'anni di lotte e di galere. Quando però considero il poco dei diritti che ho di parlare di Lecoin, 11011 ne vedo alla fin fine che uno solo: che non 709

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