Volontà - anno XVIII - n.12 - dicembre 1965
te di scienze, francese, che era con noi: un'abbondanza di materiale e di stru– menti (trenta microscopi normali e tre di m~ggior precisione}, difficilmente tro. vabilc negli istituti superiori francesi (e tanto meno italiani). Questo, nella scuola primaria di un paese di duemila abitanti; scelto a nostra sede non per mostrarvi la scuola, ma per farci favorarc allo scavo di canali. 9 La festa ufficiale dell'ultima ,;;cr:i - nella quale si sono sprecati i soldi che avrebbe dovuto aiutare i poveri vietnamiti - dopo mez7.anottc si è spostata dalJa grande .,;ala d?llc pubbliche cerimonie al cortile intorno al quale erano i nostri alloggi: sbronzi alcuni compagni di campo, specie socialisti, molto più sbrami alcuni abitanli del paese; abbracci, danze assurde, canti, passeggia– te sentimentali, grida, sino alle qu:tltro di m.-.llina (24). Poi è cominciata la fi– ne e la dispersione, più triste e senza senso della stessa Germania. Alle cinque e mezzo sono parliti - in uno staio di semi incoscienza - tutti i compagni <lei paesi socialisti: i due russi per l'aereo Berlino-Mosca. gli altri, prolctariamente, per un lungo viaggio in ferrovia. Nel corso della matti– nata sono scomparsi quasi alla chetichella - dopo che tutti insieme avevamo smontato i letti a castelletto, svuotato e ripulito le aule, ammucchiato il ma– teriale in cortile - la metà degli amici della Germania Orientale; all'una 'è toccato a noi, del Servizio Civile. Sul pullman che ci portava a Marienborn c'era un'allegria falsa: passando davanti al canale che avevamo scavato i primi giorni, ci ha cretinamcnte CQm– mosso rivedere, inc1inato e decadente, il tabernacolo imposto alla rozzezza co– munista dalla nostra raffinata amc,;cana. Poco dopo sono scomparsi gli ultimi alberi, là in fondi:>dove quasi montava una coJlina, unico orizzonte a quel pae– sat!gio, patito per tanti giorni, insignificante con il sole, brutto con la pioggia. Infine è scomparsa anche la finzione d'allegria: pochi chilometri dopo Oschersle– ben è sceso un tedesco, studente dell'istituto per il commercio estero di BerlinQ– Est, per andare da sua madre, lì a pochi passi; e la maestrina di Parigi ha fatto una mezza smorfia di dolore. Avevamo l'impressione di camminare su una strada, gettandoci alle spalle gli amici, come pietre senza valore. Poi l'interprete di Lipsia (la pitt dolce tedesca incontrata in dieci campi di lavoro) s'è messa a piangere sull~ spa11a dell'inglese ch'era stato in India e le aveva raccontato per venti giorni le sue avventure nel deserto del Malabar; davanti alla stazione di Maricnborn ha salutato tutti in fretta, ed è scappata. Un timbro sul visto collettivo, un'occhiata ai passaporti, nessun controllo doganale (come non c'era stato a11'ingrcsso); e di corsa sul treno. Settembre 1965. VIRGILIO GAI.ASSI (24) In questa noltc di trc(Ecnda è scomparsa la borsetta dì una r~ll{lv:a francese: con soldi. passnporto, cart::i d'identità. fo!o~ratic e ,c~~crn della mutut1. i'.v\'cl1ito del rur10 la mattina ali• nove, l'unico poli1iouo del popolo (V<'lkspoli1ist) di Wulfers1edt ha ricupcmto tutto, presso diver– se persone, In un'ora e meno Contro vogli::i, 5uperando il ciisgusto teorico, anch'io ho applauditi) al bravo 1u1ore dell'ordine e della proprietà. 702
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