Volontà - anno XVIII - n.12 - dicembre 1965

1o stesso tono serio, di devota comprensione per l'autorità costituita, 1o slogan del suo governo attuale: « la Germania non sarà mai pilt il punto dj partenza di un'altra guerra! "'· Mi sono fermato sul sergente, non per farne un esempio generale, ma pcrchè è rimasto un'eccezione di fronte alla serietà, pro o anti governativa, delle altre persone che ho incontrato. 3 Dopo la prima settimana, com'er:l. da aspellarselo, le autorità Jocali ci dicono che abbiamo lavorato più della norma - anche se in realtà jJ rendimento è stato normale per un gruµpo di volontari, cioè pari al 50-70% di quello di una squadra di sterratori qualificati - perciò premiano i parte– cipanti con escursioni in località vicine (Osclwrsleben, Halberstadt, Magdeburgo), con un viaggio a Potsdam e a Berlino-Est, con un compenso in dcna.-o di dicci marchi ciascuno ( 1490 lire italiane). La bruttezza, la monotonia, la tristezza delle case tradizionali bruno-grigio– marrone di questa parte di Germania (Sassonia e Brandeburgo) sono estreme; molte vie sono ancora lastricate e ci si traballa sbpra, con gli automezzi, comi:: per le strade di quarant'anni fa; di contro le nuove arterie di Berlino Est e di Magdeburgo appaiono per un profano belle e - assolutamente - incompa– rabili con tutto il vecchiume circostante; nei quartieri interamente nuovi gli spazi tra le case sono amplissimi, cbn campi da gioco, file di box, centri di distribuzione. Ovunque desta meraviglia l'abbondanza di spazio a disposizione (\ell'uomo: tanfo spazio per chi cammina 3 piedi, poche autovetture, più autobus e autocarri (cioè mezzi pubblici o strumenti di lavoro); molti isolati nbn sono stati ricostruiti, apposta per forne piazze, prnti, giardini, luoghi di incontro: il che dà l'impressione visiva, a chi viene dalla speculazione occidentale, dell'im– portanza civile della non-proprietà privata del suolo. Ma Berlino Est non è ancora una città: al posto del centro ha un vuoto, interrotto dai grandi edifici pubblici del distrutto Reich (alcuni sono ancora rovine, altri sono stati rifatti com'erano prima, cioè altrettanto brutti). Il re– sto della città è un.t serie di capannoni, case, fabbriche, orti, recinti, muri e palizzate, depositi, pezzi di verde, alcuni soltanto divenuti prato o giardino: una bruttura da periferia, peggiore delle periferie de11e altre capitali europee. Con due eccezioni, i quartieri nuovi e la Karl-Marx-Allee, già Stalinallcc: l'unica strada nella vecchia Berlino che abbia un senso e uno stile, che non sia nè brutta nè triste (questo va detto perchè le corrispondenze dei grandi giornali occidentali, su1la monotbnia e lo squallore de1la Stalinallee, sono assolutamen– te false); mentre interessa poco l'esaltazione politica che ne fanno le guide ufficiali: come la prima strada tutta socialista dell'Europa occidentale, dove il suolo, i bar, i negozi, i grand: magazzini, le abit:-tzioni, tutto è dello Stato. 4 Sul piano pblitico, la visita a Berlino Est e a Potsdam è stata particolar• mente interessante: lo Caecilienhof di Potsdam, il castello in cui si è svQlta 1a conferenza per la sistemazione della Germania sconfitta, credo sia 688

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