Volontà - anno XVIII - n.12 - dicembre 1965

basse bruno-marrone, tristi e insignificanti; dappertutto ordine e simmetria. Il nostro alloggio - in una grande corte - è costituito da tre aule della scuola elementare, poste sopra gli uffici del municipio, e da un refettorio; nella stessa corte i bagni pubblici (5) a disposizione anche nostra, un magazzino di cereali e una casa privata. La grande stanza in cui mangiamo e teniamo riu– nioni e discussioni, serve da refettorio anche per l'asilo e per il nido (che fun– zionano, nei mesi estivi, dalle 7 di mattina alle 5-6 di sera). Lavoriamo dalle sette alle nove, dalle nove e mezzo a mezzogiorno, dall'una alle quattro; uno squntino caldo nella mezz'ora di intervallo, un buon pasto nel– l'ora di riposo; cena alle sci e mezzo; riunioni, discussioni, visite, conferenze, quasi sempre dopo cena. Scaviamo canali di drenaggio e d'inigazione nel qua– dro di un progetto pluriennale, affidato interamente alta FOJ; la terra rende poco all'agricoltura pcrchè è troppo umida; a un metro di profondità c'è uno strato d'argilla, che trattiene l'acqua. Nei canali che costruiamo, cola l'acqua di cui la terra è inzuppata e defluisce; mentre in senso opposto, se c•~ bisogno, si può far arrivare acqua di fiume, pulita. I primi tentativi di bonifica della zona risalgono all'anteguerra, e sono stati compiuti dal servizio del lavoro della gioventù hitleriana (Landdienst). Questa terra poco fertile in tedesco si dice Bruch e numerosi cartelli invit,mo i giovani a partecipare al lavoro: TL GRAN– DE PROGETTO TI CHIAMA, DAS GROSSE BRUCH RUFT DICH; ma da que– sto motto intensamente socialista allo scherzo di contenuto antigovernativo il passaggio era facile: DER GROSSE ZUSAMMENBRUCH RUFT DICH, cioè ;t grande sfacelo ti chiama! La nostra norma collettiva è di centoventi metri al giorno: un canale pro– fondo poco più di un metro, largo alla base mezzo, alla sommità tre; con i pendii perfettamente levigati perchè lo sgelo non riesca a sgretolarli. Respon• sabile del Javoro è un tecnico locale, quieto e simpatico; a un altro, che per qualche giorno Io sostituisce noi - volontari dall'estero - rendiamo la vita difficile; sia per la sua figura (di cui non ha colpa, ma che si porta sempre dietro), alta, dura, para-militare, sia per quello che egli stesso ci racconta: s'è am1olato volontario nell'esercito nel 1933, ha partecipato come sergente a tutte le campagne militari naziste, balbetta ancora le lingue dei popoli razziati e manomessi dai tedeschi (polacco, ungherese, russo, francese), ha finito di ser• vire soltanto quando l'hanno cacciato dall'esercito perchè la guerra era finita; ha un figlio in Francia, guardacasb nella « gendarmerie »; cd ora ci ripete con aveva d.1 studiare, non l'Oieva essere disturbato; In s11orìna. con voce tremante. si scusò di non po– terci illustrare per benino le bellezze ctel luogo, perchè era 11 da troppo poco; l'avrebbe fatto come poteva. Ed è 1l che io, italiano, ho visto da vicino, per la prima wlta. un ambiente df preti giu– stamente ridimensionato: timoroso dell'autorità laica e ri~pettoso dei visitatori (non percM pezzi grossi, ma perchè avYersari dal comportamento imprevedibile); in un atteggiamento di compunzione, reverenza, ossequio da far quasi pena, da far venire un groppo alb. gola anche a un vecchio miscre– dente: insomma una soddisfazione personale tanto rara, che mc la porterò dentro fincbè ondrò al– l'inferno. (5) Quattro posti; un bagno 60 pfennig (90 lire italiane) per i nativi; gratis per noi. 687

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