Volontà - anno XVIII - n.11 - novembre 1965

RECF.l\lSIOl\ll A. lUIIlOGLIO \'ENTI JIF.SI C0:\'1'UO \'F.'.lìT"A:\'l\'I P:igine d.:l!a Resistenza in Liguria (Ed. • Il la"oro nu0\0 •, Gcno,a, 1964, Lire 1800). durevoli e di grande cs1ensionc. e da cui avrebbe potuto a\'ere inizio una ,,era e propria liberazione dalle strutture di as– sci-vimcnto gr;wanti su di esso. La Rcsi– :,,tcnza, con tu11i i difetti e le ingenuità che ha comporlato, significò, per il no– ~tro popolo, quel rischio durevole su cui si sarebbe poluta costruire una nuova so– lidarietà, un scntimemo associati\•o valido !)er la \•ita comunitaria. Sono r,assati ancora venti anni da quelle giornate radiose di Aprile: quc:-.ti anni più che a far frut1if1carc il seme della lolla hanno servito a disperderlo. Miraglio non si preoccupa di fare un atto di accusa: ma l'irnmcdi::i.tcaa del suo racconlo, la sua fede e la sua onestà sono la prova di quanto sia stato di\'erso il clima della Rcsisten1.a dal clima di spietato confor– mismo, cli banale appiattimento, di scan– dali a catena, in cui oggi viviamo. In a– p1·ilc abbiamo puntualmenle celebralo • il ,cntennio •; ma che senso pQle\'a a\'cre I venti mesi 3ono quelli della Rcsistcn- quella cclebra,ione? Mancando un'autcn- ,a, dalt'8 ~cttcmbre 1943al 25 aprile 1945; tica nostalgia della Resistenza, non si po- i venti anni sono quelli della dittatura tl'\'a evitare la retorica. foscista. Vcn1i mesi contro \"ent'anni! Chi Chi aveva pratica delle celebrazioni fa. ha vinto? Dal 25 aprile 19.JSsono pa:;sati 3cis1e non potcv.i non notare le analogie ancora venti anni. Oggi Quale giudizio da- ricorrenti fra le celebrazioni di quel ven- remo dei • vcmi mesi•, storicamente col- tennio e di questo ,•cntcnnio. Celebrare locati fra i due \'entenni? la Resistenza de,·e significare educare i E' certo che i • veni i mesi• costituì- giovani; la Resisten1.a è un patr-imonio i- scono nella storia dd nostro paese un dcalc perchè è un "c:omponamcnto », che fatto positivo. Nella vita dei popoli ci so- dC\'C continuare. I giovani non sanno nul- no momenti che rappresentano un punto la, non possono sapere nulla. Celebrare fermo, periodi che hanno una loro durata la Resistenza dc\'c significare narra1ionc reale, che incidono profondamente. I dei falli accaduti e, ancor di più, rinno- "venti mesi• sono tutto questo: rappre- vamcnto e ripr~sa di quei comportamen- scntano la prima autentica espressione di li che la resero operante. Purtroppo il lotta popolare consapc,·ole, impegnata, e- secondo ,·cntennio, che ci separa • dalla ducativa per le nuove generazioni. Ouan- festa grande di Aprile» ha registrato uno do si parla di popolo itnliano, prima e scadimento di costumi che ci riconduce doPo il raggiungimento dello stato unita- dirci lamcnte :-tl fascismo. Questa demo- rio, non ci sono altri a\'\'enimcnti così cnuia, non è pulita. Perciò la Resistenza 663

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