Volontà - anno XVIII - n.11 - novembre 1965

che due meravigliose «espressioni» del. la mente divina. Vi è però qualcosa da far osservare. In primo luogo: il «dielro.fronl» dalla p1·imitiva condotta pratica e teorica è stato compiuto, e non importa se ta– citamente, proprio dalla religione. E non poteva essere altrimenti, poichè non è certo più possibile pensare nuo– vamente ad una politica :otlla Urbano VII I; anche per il fatto che la chiesa, - in fondo ben ferrata anche in psi• cologia - ha chiaramente compreso che la «resistenza» della religione di– pende da altri fattori ben più occulti, e non delle teorie di Tolomeo o dalla filosofia di Aristotele. D'altro canto, la stessa scienza, involontariamente, of. fre alla religione qualche tavola di salvezza; e s'intende che qui non si trnlta di salvezza formalmente osse– quiosa, o di adesione sentimentale più o meno sincera; ma di carattere, per così dire, enigmatico; in quanto esi– stono, e se ne scopriranno sicuramen– te altri ancora, dei fenomeni meravi– gliosi, di finalità, soprattutto in biolo– gia, ed è appunto questa scienza che, più delle altre e per incidenza, dà un pò di aiuto, diremo così, scientifico al– la religione. E il teologo accorto sfrut• ta molto di più coteste ocasioni, piut– tosto che quelle ambigue, cioè le «gua– rizioni miracolose» che ogni tanto av– vengono per opera dei santuari. Ammettere un problema tra scienza e religione, implicitamente è come• da– re una veste scientifica alla stessa reli– gione; e questa la desidera e non la desidera nello stesso tempo. La scien– za, come tipico esempiQ, ritiene neces– saria l'ipotesi come sLfT.lmento menta- 646 le introduttivo; mentre che la religio– ne si guarda bene dal porre come ipo– tesi i propri princìpi e i propri dogmi: è chiaro che per essa sarebbe la (ine. La scienza ( in senso tecnico e prescin– dendo dalle conseguenze sociali che possono scaturire dal suo operare, le quali naturalmente dipendono dalla buona o cattiva volontà degli uomini) è sicuramente rivoluzionaria. A!Terma• re invece che anche la religione, nel suo spirito e nelle sue opere, può es– sere rivoluzionaria è già una contrad– dizione in termini. Se «progredisce» è solo sulla parte inutile ed esteriore delle cose e degli atti; e, d'altra parte, non per volontà propria, ma perchè so– spinta dagli eventi e dagli impulsi pressanti delle opinioni e dei costumi. A meno che non si voglia considerare un vero progresso, ad esempio, il mu– tamento dello stile architcttQnico del– le chiese, o la messa letta nelle rispet– tive lingue nazionali al posto del lati– no, oppure i voli papali eia un conti– nente all'altro ... Ma, venendo al finalismo scientifico (il quale, per la verità, non è vero che renda per forza credenti tulli gli scien– ziati che lo sostengono) si può affer– mare che la sua esistenza non implica necessar·iamcnte una particolare reli– giosità della vita e della natura in ge– nere. Certo è meraviglioso il fatto, ad esempio, che in seguito ad una ferita le cellule marginali rimaste indenni si mettono sr.1bito al lavoro per riparare il danno; e la ricostruzione avviene con una precisione stupefacente, fer– mandosi nei limiti dovuti, quasi aves• scro ricevuto un comando. Ed è pure sconce1·1antc il fatto inverso, cioè quel– lo de.Jle cellule cancerogene - il terri– bile cancro - dovulo, nel suo aspetto puramente dinamico, alla inesplicabile

RkJQdWJsaXNoZXIy