Volontà - anno XVIII - n.11 - novembre 1965

SCIENZA E RELIGIONE • Ne sono sicuro: ve lo garantisco, glacchè appar chiaro che dacchè mondo è mondo la grande preoccu– pazione dell'uomo è stata quella di pro\•are incessantemente che egli era un uomo e non un 1neccanlsmo. Vi arrischiava la pelle, m;, )(I provav-.<; \'h-eva come provava .... ,. troglodita, ma lo DOSTOJEVSKIJ f\J: UN articolo commemorativo su l:ialilco ho affermato che, attual– mente, scienza e religione si trovano di fronte entrambe vittoriose cd en– trambe sconfitte. Da un punto di vista storico e psi– c'.:llogico il paradosso è interessante, anche se non si presta a facili com– prensioni. D'altra parte è noto che si è scrilto e discusso molto su tale ar– gomento: dalla metà del secolo scor– so sino alla sua fine (che come spirito e costume possiamo porla nell'anno 1914), nel dibattito, sembrava prevale– re lc1scienza. Questa, dominata da un s;."t\utare, ma troppo rigido positivismo, :rncora non immaginava che, in una simile contesa, il faltore scientifico, in sè e per sè, non sarebbe stato suffi– ciente a debellare per sempre la reli– gione. Più tardi, un'acuta psicologia a– vrebbe !'coperto che il problema si presentava ben più complesso; che la esperienza puramente «obiettiva» con– vince solo sino ad un certo punto, e che solo da pochi è compreso il vero senso della storia. L'uomo, nella &-.1a condotta inconscia o consapcvòlc, è S{'mpre «tolemaico», cioè considera sempre se stesso il centro dell'univer– so; e d'altronde, psicologicamente, è un alteggiamento che si può conside– rare inevitabile, in quanto, bene o ma– le, è solo il pensiero umano che è «ar– bitro» di tutto ciò che lo circonda, co– me è inevitabile, per il credente, una concezione antropomorfica della divi• nità ( I). Oggi la religione non paventa più il pensiero scientifico, e le ragioni non sono difficili da scoprire. In primo luogo la scienza non ha più tempo da perdere in simili contese: ad essa in fondo non interessa se il suo influsso può rendere atei o credenti. Alla re– ligione, in quanto istituzione di potere gerarchico e puramente umano, inte– ressa soprat1 1 :1t10 che il pensiero scien– tifico non aiuti un potere politico che le sia avverso. D'altro canlo, e più pre– cisamente sul terreno filosofico, si a– pre un c3mpo infinito; ove, se è vero che la scienza ha continue possibililà di progredire, è altrettanto vero che da un accumulo, anche illimitato, dj scoperte scientifiche, non può sorgere «necessariamente» una prova che la religione non sia allro cht.=una mera illusione, una speranza del tutto inu– tile. La prova, se mai, è possibile tro– varla solo nella dinamica mentale e (I) L'ebraismo, come religione, si può consi~ derare il più notevole sforzo psicologico per tt.nere lon1ano ogni specie di antropomorfismo e messianesimo religioso. Ed è forse questa la principale causa. per lo pili occulta. che ha contribuito a creare un odio irragionevole e millenario contro la rana ebraica. Tanto è ve– ro che. solo ora. la chiesa cattolica si è decisa ad annull;1re l';1ccus;1 di • deicid;1 •. che, assur• damente, grav;1v;1d;1 diversi secoli sul popolo i– sraelita. 643

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