Volontà - anno XVIII - n.11 - novembre 1965
Palermo, Pisa o Genova, ove avvennero i fatti acldcbilatigli e di cui egli assunse piena rcl>J)Onsabilità con' estremo corag– gio ndla sua autodifesa. 11 Collegio ddla difesa era composto di 5 ,·alenli a\\'ocati: Pielro Gori, Luigi Molinari, R. Castelli, A. Podreider e Vito Grignani, chc, dalla lontana Marsala, era andato a difendere il suo conterraneo e \'ecchio amico. Paolo Schicchi do\•cva, perciò, rispon– dere degli attentati di Palermo di Gcno– \'a e di mancato omicidio nella persona del Tarantelli. Il pubblico Ministero, Pio Cavalli e i giurati non ,ollcro riconoscere i moven– ti politici delle a.doni di Paolo Schicchi e, nonostante il serrato dibnttimcnto che ne seguì e le brillanti arringhe degli av– vocati, il nostro veni,•a condannato dalla Cone a 11 anni, 3 mesi e 15 giorni di reclusione pili 700 lire di multa e 3 anni di sorvcglian,a speciale. All'udire la gr;l\'e condanna lo $chicchi dalla rabbia lanci;wa una legittima invet– li\•a: • Giurali siete pecorni! Viva l'Anar– chia!•· A quel grido, successe un putiferio nel– la Coric; e in seguito all'ordine del Pre– sidcntc di fare sgombrare l'aula. le guar– die si mos1rarono arroganti con l'Avv. Molinari (che sta\•a confabulando con lo Schicchi) il quale indignalo disse: • Que– sta è una prepoten1.a • che venne falsa– mente interpretata • Lei è un preJ)Oten– te •· E coi.1 anche l'egregio avvocato subl un proccl>S0 con una condanna a 3 gior– ni di rcclul>ione. Lo Schicchi, per la sua invi.!! tiva, \'eniv:1 condannato seduta stan– te e senza la sua presenza, a undici mesi di reclusione. E così egli dovclle scontare l'enorme pena con fcrrne1.za c coraggio senza mai \'aci!larc, e non ci furono per lui amni- 632 stie che gli accorciassero la condanna. Ri. fiutò la candidatura protesta e la grazia; e i due tentativi di agitazione promossi da Pietro Cori nel 1893 per liberarlo dal carcere fallirono perchè i cosiddetti par– titi popolari erano allora in 1utt'altrc co– se aHaccendati. Pielro Gori, con accorate parole, sintetiuò nella prefazione al « Re– soconto del Processo di Vllerbo • la dram– matica situazione dello $chicchi e quei tristi tempi. Fra l'altro egli scrisse: • Do• dici Anni! ... E passarono inesorabilmente lenti sulla sua tesla sculla di ficrcna e di bontà. Passarono sulle scgre1e cupe, dove la sua fronte s'incolcò di rughe, mentre fuori tumultuavano nuove folle e nuove audacie, mentre eroi e martiri da operetta venivano traili dalle folle in trionfo dopo un lungo e cruento sacrifi– cio e mentre fino a ieri la banda dei sac– comanari vedeva i campioni incappati nella galera, uscirne innanzi tempo, come toccò tcstè ad una sua cx-eccellenza. 11 popolo. a cui egli a,•eva consacrato tutta l'ai-dente fede di ventenne, avrebbe dovu– to essere il suo liberatore con una di quelle agitazioni ci,•ili e virili che si im– pongono ad ogni agunina viltà. Egli solo, il fiero assertore di libertà che scosse con il suo grido di guerra e di speranza la gentile e sonnacchiosa città di Viterbo, egli solo fu murato nella sua pena più che dalla scherana sollecitudine degli amma– ne11ori d'Italia, dalla correa accidia delle plebi. tra cui corrono come taumaturghi e martiri delle rivoluzioni e le icone di ben altri che non soffersero e non osaro– no la infinitesima parte di quanto egli osò e sofferse"· LIBERAZIONE DAL CARCERE Paolo Schicchi scontò la dura pena nel– le carceri di Oneglia, Alessandria, Pallan– za e Orbetello; solo un poeta come Dante
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy