Volontà - anno XVIII - n.11 - novembre 1965

nostra religione, che è autoritaria, è fonte Gionata dovrebbe dirci se condivide an– d1 infelicità. Presso gli Zuni, dove non c'è cora « l'istanza che è propria dell'anarchi– nessuna autorità e vi è una maggiore af- smo: la lotta contro ogni forma di gover– fermazione del ruolo femminile, l'armonia no. Trovo che il titolo del suo articolo è sociale è ancora maggiore (13). alquanto strano (n. 6 Volontà). Se Gio- Scrivc ancora Gionata: "'restano sem- nata intende dire che il sessualismo è pre ,•alide le istanze anarchiche contro la un nuovo anarchismo nel campo della guerra, la proprietà, la religione•- Ma sta sessualità e della sociologia, sono d':iccor– solo in questo la validità dell'anarchismo? do. Ma ho dimostrato che nel campo del– Gionata dovrebbe sapere che queste istan- la politica il scssualismo non è affatlo ze non caratterizzano l'anarchismo, per- anarchico. Se con " anarchismo vecchio• .:hè ce l'hanno altri gruppi della sinistra. Gionata intende dire che l'anarchismo dei O la sua più grande validità non sta piut- Bakunin, Malatesta è stato superato in tosto nella sua lotta al principio dell'au- tutto dal sessualismo, non sono nemme- tcrità in tutte le sue forme principali, ne d'accordo, perchè la lotta contro la nella politica con lo stato. nell'economia forma politica dell'autoritarismo - il go– con il capitale, nella morale con la reJi. verno - resta l'attuale messaggio dell'a– g1one, come scrive S. Faure nella sua narchismo «vecchio», e il sessualismo de– Enciclopedie anarchlste? ve farlo suo se non vuole arrivare a con- (13) Si \eda la grande opera dcl!a Benedici • l\1odclll di cultura • Fcltrinclli seguenze autoritarie e quindi anche re– pressive nel campo della sessualità. DOMENICO DEMMA IL SURREALISMO M ENTRE Dada, questa rivolta del– l'individuo contro l'arte, contro la morale e contro la società, lanciata attraverso manifesti, poesie, pitture e spettacoli, riceveva la consacrazione letteraria, Brcton, Eluard, Desnos, Cre– vel, Artaud e Vitrac rigettavano tutto quanto costi1uiva il valore tradiziona– le e concepivano una nuova etica che prese forma nel Manifesto del Surrea– lismo del 1924. In verità, Dada assu– meva sovente un aspetto futurista o cubista sul quale non era molto facile raccapezzarsi. Il suo flne era la crea– zione di una realtà superiore, ma non a mezzo dell'ordine e della legge abi– tuale: si trattava, al contrario, di dar 622 vita ad un nuovo universo astratto, per il tramite di clementi presi a pre– si ilo dal concreto. Secondo Breton, la vita si confonde col surrealismo. Egli pubblicò molte opere. «Les pas pcrdus» (1924), «Pois– son soluble », « lntroduction au di– scours sur le peu de réalite » (1927), «Nadia» ( 1926, «Le Surrealisme et la Peintme ». Divenuto caposcuola, oppo– se il linguaggio della poesia a quello dell'attività della prosa. Breton, che a quel momento sogna– va una rivoluzione universale, aderì anche al partito comunista (1927), ma, indispeqito per i compiti di poca im– portanza, per i semplici incarichi limi-

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