Volontà - anno XVIII - n.8-9 - agosto-settembre 1965

Inchiesta sull'onore<·> PREMESSA S ONO quasi passati due anni da quando, infervorato dal concetto di W. Reich e L. Dc Marchi che l'umanità fosse profondamente tarata da impotenza « orga– stica », cioè da mar.canza di libertà sessuale, puritanesimo, e insoddisfazione sessuale, v0lli inoslrare, ponendo delle domande agli studenti dell'ambiente in cui vivo, cht.! i giov.ini fossero repressi nella lorn sessualità, e quindi menomati, alienati nella loro pcr,;;onalità. Ma ora molteplici esperienze e continue riflessioni mi hanno fatto capire che c'è uno sfasamento tra la concezione de!lu repressione ses.surilc di Rcich e la realtà sociale, in p.irticolare la società meridionale che io posso conoscere più a fondo perchè ,•ivo in <'SSa. L'impressione e la prova che la vita sessuale dell'umanità sia profondamente menomata, resta valida allora come oggi. Ma nello stesso tempo in cui è valida, la definizione di " repressione se~suale ,. appare generica ,, superficiale. Credo, come Rc1ch, al grande valore poetico e catartico dell'istinto sessuale, perchè esso costituisce una parte preponderante della natura umana, e non ha in :;e st~sso nulla d1 brutto e cli ~•crgognoso. E credo, allora come oggi, che nella sfera della sessualità ci sia qu:>kosa di tragicamente ignorato e osteggialo da tutta 1<1 cuJtura e dai movimenti di liberazione ed emancipazione sociale Ma quella mia inchiesta di allora rischia di apparire superficiale, o meglio mode– r:1ta, come del resto le teorie di Rcich e Dc Marchi Sl1ll;1cui scia io allora mi muo– vevo, Modera!'.\, ma non sbagfo1ta. l gio,,ani sono davvero repressi, anche se lo sono a mc1à rispetlc alle ragazze. E la sessuofobia esiste ed è un male. Ma la genericità sta in questo: parlare di repressione sessuale o sessuofobia, senza fare distinzione tra i~tinto della maseolinitf\ e della femminilità. E la moderazione, la superficialità !'la in questo: notare che esiste una certa concezione a considerare il sesso come una cosa schifosa, insudiciante l'amore, e non accorgersi chi:! di fronte a questa concezione ce n'è un'altra molto più potente, addirittura tragica: la paura della sessualità fem– minile, dell'istinto del farsi penetrare. E' come chi vede la ferita sanguinolenta e non sa s..:orgerc il bubbone pestifero, o, pur scorgendolo, lutto il malessere del corpo riconduce alla più lieve ferita. La concezione fondamentale di Reich - limitandoci solo ai suoi trattati sociologici - è che l'errore primo, il fallo più gr;:we, è quella concezione del disprezzare l'atlo naluralc dell'amore sessuale Reich, e ancor più Dc Marchi, sepp~ro vedere che di tulio ciò la donnn ne pngava di più le spese: ciononostante continuarono a parlare di ,. çess11ofobia ", e non s'accorsero che la fonte più grave, in un'opposizione netta col principio della mascolinità, era la proibizione dell'istinto femminile. Questo terrore (*) Questo saggio è dircuo idealm,::ntc ai sessualisti da una parte, ai quali \'Orrcbbc porre l'ìs1am;a di un approfondimento e rinnovamento critico e agli anarchici dall'altr.i, ;ii quali \"Orrcbbc mostrare la gravità dell'oppressione sessuale 480

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