Volontà - anno XVIII - n.4 - aprile 1965

artefice circondato di solitudine e cli amareaa. La sua poc~ia è senz'altro sostenuta dal mondo e:,tcrno delle passioni e dc• gli egoismi. ma perfeltamcnte equili. brata da una <.;anae possente immagi– natiQne, da un • sogno• che non è solo tale, poichè fa parte di quei sogni che non si di5:,oh-ono all'alba, ma si per– petuano nei secoli. Certo che delle tre cantiche della •Commedia•. l'• Inferno• è il suo ca. polavoro; e M>tto la penna di un vero artista non po1eva essere allrimenli. Qui la materia prima è tratta dall'ine– sauribile miniera della vita, cioè dagli abissi del dolore, delle passioni e delle viltà. 11 « Purgatorio• e il •Paradiso• si reggono quasi esclusivamcn1e sulle sole forze della pocsirL Le figure uma– ne non pos~ono essere scandagli.i.te in tulta la loro profondità; e d'altronde è la stessa natura dcli'• ambiente• che lo vieta: rimangono statiche su di un limite di estrema •perfezione•, e quin. di, in un certo senso, non più umane. Se irradiano luce, è solo dall.i. superfi– cie dell'anima, non dalle ,;ue profondi– tà. L'uomo si ri\'ela molto di più nel dolore infernale che in una statica e indefinibile beatitudine ... Nell'• Inferno•. Dante è certamente più uomo e mollo meno rapito da un'c. stasi flultuante e indefinita. Farinata, Francesca da Rimini e il conte Ugoli– no sono tre simboli in:,upcrabili delle passioni umane, e non cerio delle ba· nali vendette o delle ancor più banali cronache tradotte in poesia. Forse, ad un affrettato osservatore, più cli qual. che figura potrà apparire incongruente o addirittura assurda. Un Farinata, ad esempio, che chiede noti,ic •politiche• dal suo letto di fuoco, sembra un a– spetto d'indefinibile incongruenza, giù, in un luogo infernale ove le radici sono eterne. Cosa può importare la politica ad un mondo che non può pili avere alcuna speranza, irrimediabilmente ed et_ernamente perduto? • E se, continuando al primo dello, Egli han quell'arte, dJsse, male [appresa, C.1:ò mi tormenta più che questo [letto•· Avere notizie, dal mondo dei •vivi•, di una politica • male appresa•. lo tor mcntava di più del suo avello infuo. calo ... Sembra un non so che di as,– surdo, invece è un piccolo ca1>0lavoro di psicologia. SappiamQ bene che, nella realtà, l: lo slesso carattere di Dante che si con fessa; ma questo non infirma il signi. ficato • infernale • clella passione in causa, in quanto continuo tormento sociale ereditato e tramandato nei se coli. Così come Paolo e Francesca rac– chiudono ed immortalano l'intramon. tabile ed affascinante peccato dell'adul terio e della gelosia; ed Ugolino - il tradito che è punito assieme al suo traditore - parla a nome di tutta l'im potenza umana, passata e futura, al co. spetto di ogni ingiustizia. Ugolino, al• laccato coi denti al teschio di Ruggic ro, non è solo un simbolo di \'Cndel la, ma pure d'impotenza. E' una ~orla di legge del taglione, o il • con(rapasso •, come è espresso nel pensiero di Dante; ma è pure una •fame• impotente e insaziabile al tempo stesso per cntr~un. bi i personaggi immortalati: impo1en1c per tutti i traditi della storia, e insa- 211

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