Volontà - anno XVIII - n.3 - marzo 1965

Cabarets a Milano Da qualche tempo, a Milano, sta succcdcnclo un fatto interessante. Alcuni night. alme.no creduti tali, o;ono soni e continuano a sorgere in vari punti della città e lì si può assistere a degli spettacoli che vengono recitati, direi quasi, an. che dai rrequentatori. Intendiamo parlare dei cabarcts, che come ,;;j sa, in Francia, Svizzera e Ger– mania, sono vecchi cli oltre mezzo secolo Per esempio a Zurigo, nel 1916, fu fondate, il « Cabaret Voltaire», animato dal pOeta rumeno Tristan Tzara, dagli scrittori tedeschi Hugo Bali e Richarcl Hi.ilscnberck e dallo scultore Hans Arp. In questo loca](.! si organizzavano espio• sioni scandalistiche: si voleva negar~ ogni valor~ di ordine culturale e sociale conformista, so~tcni::ndo così l'anarchia con qualsi:1.si mezzo. Questi cabarets s01·ti nel periodo dadaista, mirav<1no alla distruzione dello stato borghese e la loro estetica int ;ndcva essere una protesta al ccnformismo impressionistico, romantico ed antirivoluzionario Nel Slfo sfondo vi era una in. quietudine sociale che non era socialista ma an1rchica, tanto che venne da loro adottato !o slogan di Bakunin: «Anche' la distribuzione è creazione». Gli chansonniers che vi operavano, creavano canzoni di ribellione che, se non erano anarchiche, poco ci manc:wa. Attualmente. un paio dei più noti di questi cantanti, (Gcorges Brassens e Leo Ferrè) sono dichiaratamente anarchici e militano nel movimento. A Milano, come abbiamo già detD, si stanno diffondendo i cabarets con i medesimi risultati di fondo. Certamente, e lo si deve ascrh·cre a loro merito, non sono la copia dei cabarels d'oltralpe, ma esprimono le stesse esigenze di c.-itica con mezzi attuali. Abbiamo avvicinalo il direttore di uno di qut'sti teatri-cabaret, precisamen– te il « Nebbia club» e gli abhiamo. chieste se veramente lo scopo dei suoi spcl· tacoli è improntato ad una esigenza sociale. 11 maestro Nebbia ha confermato e ci ha dichiarato esplicitam::nte che tutte le sue simpatie vanno all'anarchismo e queste simpatie vengono dimostrate tra l'altro con alcune canzoni che si can– tano nel suo locale. Il curioso è questo: i frequentatori di detti spettacoli 11011 sono solo, come ci si potrebbe immaginare, studenti o <\rlÌSli scapigliati in lotta con1inua con la so– cietà attuale, ma in maggioranza i membri della società «bene» che, dopo gli spellacoli serali, vanno a passare un paio d'ore in que~ti locali angusti e fumo– si, dove si può mangiare bene e bere vini e liquori di pregio, mentre gli attori o i cantanti denunciano le ingiustizie e le corru1ioni su cui poggia la classe do– minante a cui gran parle dei frequentatiri appartiene. Nei br~vi spettacoli teatrali che si susseguono. la denuncia va oltre alla classica lotta sociale. Essi vogliono, tra l'altro, richiamare l'attenzione sulla nuo– va grande minaccia che incr)lnbe su tutti gli uomini. il pericolo, cioè, di venire sopraffatti da quelle macchine da essi create e qm.1si dìsumanati: v~cliamo gli 185

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