Volontà - anno XVIII - n.2 - febbraio 1965

e proteso verso il loro bcncssc1·c e la loro gioia. Pn.,,·enirc !'errore piuttoslo che ricorrere alla repressione severa e frcquenlc: tale era la parola d'ordine. Ogni punizione comportando offesa, per quanto lieve fosse, alla salute degli allievi, veniva bandita. Riflessioni di lunga durata, quantità eccessive di doveri e di lezioni, sovraccarico di lavoro meccanico da terminare ad ore tìsse, in un dc• terminato tempo, i quali disguslano gli scolari per il lavoro intellettuale. ve– nivano esclusi. Veramente Paolo Robin lasciava che si aprissero e fiorissero, indipendenti, le per<.;onalità infantili. Preparava i giovani a ccrca1·e in loro stessi l'appoggio morale, a vivere fra le realtà per essere autosufficienti, ingrandirsi e gioire. Nel 1883, aveva redatto per i candidati alle diverse funzioni create a Cem– puis, una circolare di cui ecco un passaggio: « J candidati debbono essere bene penetrati dall'idea che le situazioni di Cempuis non hanno nulla di comparabile con quelle di scuole per esterni. Non si tratta di dare una piccola }lOr-Lionedel proprio tempo e d'essere, negli in· tervalli, svincolati da ogni pensiero e da ogni responsabilità. l'er accettare que– ste situazioni, è necessario lrovare vernmente della felicità per vivere in mcz.zo ai fanciulli, non soltanto per istruirli, ma soprattutto per occuparsi del loro benessere fisico e morale. Biso:rna aver piacere a gioc~uc con loro, a vivere con loro. E' un'oper.:, alla quale bisogna impegnarsi, noi non diciamo con devozione - il direttore e gli eccellenti collaboratori sono troppo lieti di questa esistenza per parlare di sacrificio -, ma con una alacrità che non si stanca mai. E' ne– cessario sapersi mettere con gioia a tutti i lavori, e, nella varietà delle attività della casa, riposarsi da una occupa;r.ione mediante un'altra, guidare i fanciulli nei loro lavori, seguirli attentamente nei servizi d'ordine e di pulizia e sa1>ere sempre intrattenerli mediante l'esempio». Per quanto lo riguardava, egli ,;volgeva questo programma alla lettera: tra• scinava con l'esempio. Sarebbe un grave errore vi?dcre in Paolo Robin un pedante ampolloso. mo– ralista e superbo, <solenne e distante, che prcsicde,·a dall'alto e da lontano, ai destini d'una sorta di meccanismo montato e regolarmente rimontato da lui. Egli viveva, con tutta la famiglia, semplicemente. Nelle classi, nei laboratori o nella infermeria, durante la ricreazione, le passeggiate o le feste, assecondava il personale, intervenendo; nè restava indifferente ad alcun fatto, ad alcuna pena fisica o morale, individuale o generale. Ogni inizi2',tiva lo interessava. Cor• reggeva, incoraggiava, curava, consolava. La sua hencvolcnza attiva, la sua straordinaria attività era ino;tancabile. Senza tregua, tutto il giorno andava da un posto all'altro, dove urgeva il bisogno, maneggiando utensili o macchine, rivelandosi operaio, istruttore, ingegnere, effettuando o sorvegliando o dirigen– do altrettanto bene, per esempio, sia la riparazione di uno strumento di pre– cisione che la costruzione di un congegno. Nessun lavoro lo scoraggiava. Scal– pellava, limava, saldava, piallava, componeva. rimpa.g:liava, faceva una impiom• batura, maneggiava la zappa o la cazzuola, la spatola o la pialla del tornitore. Egli stupiva gli operai, affascinava gli allievi. Le sue ore di passaggio attraverso JOO

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