Volontà - anno XVIII - n.2 - febbraio 1965

mandazione ad ogni proposito e sproposi10 o a mezzo di continui richiami, di prediche, di omelie, di sermoni. Niente catechismo, sia pure laico. Si cercherà veramente Dio nella viia ccmpuisicnne: i fanciulli allevati fra le realtà, con il maximum di libertà, non si inquietano, seguendo Paolo Robin, del problem:=i. della divinità. Le tendenze mistiche acquisite o ereditate non deb– bono essere favorite. Non c'è luogo nè tempo per fare una scelta fra le diverse credenze, per imporne una. Non si deve insegnare se non ciò che è dimostrabile. Bisogna guardarsi bene dall'intrattenere i fanciulli su questioni misteriose, ne– bulose, extra-terrestri, sulle quali i più grandi dotti non sono ancora pervenuti ad un accordo. Gli educatori di Cempuis consideravano questi argomenti al di sopra delle facoltà medie lici fanciulli, anche pcrchè superavano le loro stesse facoltà intellettive. Quello che è dimoslrato, dicevano, noi non lo crediamo, noi lo sappiamo; ciò che non è dimostrato, noi non lo neghiamo, noi lo igno. riamo. La vita di cempuis era a-religiosa, e non, Cf)me fu dello, sistematicamente anti-religiosa. La libertà di spi, ito dd fanciulli co.;ì preparali, quella del fu– turo ac!ulto di fronte ai problemi metafisici, diventerà più completa, pensava Paolo Robin. Ma la storia, la lc1teratura, i libri scolastici sono pieni di temi mistici. re· ligiosi. Bisognava definire la divinità. Allorchè si prcsent.1vano sotto l'aspcllO di Jcova, di Budda, di Giove o del Grande Spirito, gli dei erano delle ipotesi inutili, delle spiegazioni assurde, infan1ili dell'universo, delle in1erprctazioni tem. poranee, affrettate. ::tbusive, di fenomeni inspiegati. Paolo Robin non era clemente verso le religioni e le chiese, nè verso i loro rappresentanti che guarda,·a, qu2.li siano i loro meriti, come degli impostori, coscienti o incoscienti. dei loro culti nei quali vedeva una grossol~na supcrsti• zionc. Ma, di fronte ai ~uoi allievi, egli evitava ogni cri1ica diretta. o la cspri. mcva, in ogni caso, senza malevolenza. Di fronte ad affcrmnzioni dogmatiche, di cerimoniali imposti ai sensi cd allo spirito dei fanciulli si faceva aggressivo, scientificamente, e, per quanto irreligioso appari'>'>C, diveniva antireligioso. Fal– ciava allora l'autorità delle chiese, e non mostrava - per i propagatori di fa. vole risibili, di misteri tenebrosi e di rapsodie dogmatiche, nocive al progresso sociale - nessuna indulgenza. Lo stesso pensava dello Stato. I catechismi laici sono posti da lui, sullo s1cs. so livello di quelli religiosi, mmc dettati da potenze egualmente funeste che votano l'individuo a servitù identiche. Es'.',crc sacrificato alla divinità o esserlo allo Stato significa essere sacrilìcato a degli appetiti, all'arbitrio. Il dogmatismo morale, religioso o laico, dev'essere di-.,approvato come un impedimento per mancnte allo spirito di ricerca, alla curio'-ità scientifica, come il frutto dell'igno. ranz::t presuntuosa, come un fattore di in1ollcranza, di automatismo intellcuua– le. come uno strumento di dominazione e di tirnnni.t. Non aveva neppure la fede democratica e repubblicmrn, paragonabili a quel– le delle altre religioni: i santi, la vergine, i tempi, gli emblemi e le cerimonia della religione patriottica. Dovette, Pl'l"Ò cedere su questo punto molto, immo- 97

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