Volontà - anno XVIII - n.2 - febbraio 1965

IBSEN poeta, artista, pensatore P OETA, ar1ista, pensatore! Tre parole di cui la prima contiene le altre due: il Padre, il Figlio e lo Spirito. Così tre ,olte uno fanno uno. Arlista più pensa• torc uguale a Poeta. Un artista non è mai veramente tale ~e non è ispirato, guidato, infen·orato dal Soffio di\'ino: se non è Poeta. Un poe. la \'UOIO di pensiero non è un poeta: è un tamburo! E pcrlanto dobbiruno riconoscere che non è sempre in questo senso che queste tre parole sono state comprese. Troppo ~pcsso s'intende per poeta solo colui che scribacchia dei ,ersi, e ci si richiama, col ,-ocabolo d'artista soltanto a colui che maneggia i pennelli, lo scalpello o la pen– na. Si:1mo poi stati abituati a raffigurarci il pensatore sotto l'aspetto d'un perso– naggio austero e un po' burbero, continua– mente assorto a ri:.olvcrc gravi problemi filosofici, sociologici o trascendentali; nè mancano coloro che in1endono gli artisti cd i poeti come degli esseri strani, con delle lunghe zazzere più o meno pulite, dei pantaloni spicgauati e dei cappelli a targhe tese o, ancora pili modernamente, una :,pccie di dantly: clegan1issirni. mono. colo all'occhio e faccia impeccabilmente rasata. Ora, qui, amici, non si tratta affatto di simili scempiaggini. Sarà bene che ognu. no di noi sappia calcolare i propri errori e che innanzi tutto si scopra: abbiamo davanti lbsent Abbiamo davanti il grande Fare opera di poeta, vuol dire rarsi L'im1>lacahilc giudice di sè stesso. JBSEN mo di fronte a noi il grande misantropo ~1mico degli uomini (badate al parados– so: nemico degli uomini a forza di <lesi. derarli migliori!). Vedete questa fronte particolare, meravigliosa e vastissima? E' l'intclligeriza umana. Vedete questi occhi che scrutano al riparo delle lenti? Sono lo scalpello delle anime ... Guardatela que– sta faccia sc\'era e leggermente arcigna, questa bocca pa:.sionalc senz'ombra di sensualità., ['arca.tura di questo naso, que– sta connessura naso-labiale che indica la decisione, qucsla faccia di \'ecchio giudice implacabile. 1\\-cte forse l'impressione di 1rovan i davan1i a un essere strano, a un fan– tasticane? Ebbene, ques1a figura è la figura d'un poeta. Sotto qucsla immensa fronte si agiiano i pensieri pili contraddittori e piCt ardui, si affocchmo senza risolversi i problemi più complessi clell'ereditadel:'l e della psicologia. E' l'esempio vi\'entc del dissettore di anime, del poeta fatto uomo, di colui che sotto l'apparen7.a di farsi l'implacabile giudice degli altri, si fa innanzi tullo • l'implacabile giudice di se stesso•· Da poeta, egli sogna, medita, osse1·va e crea. E ricrea. Tutto quanto del mondo sensibile col. pisce quest'uomo ipersensibile, come i raggi del sole che si imprimono nella lastra fotografica, si imprimono in imma. gini \'i\·enti nel suo subcosciente, e sono poi queste immagini amplificate, ingran– dite di forza, che egli ci rimanda sotto solitario, « Il nemico del popolo-._ Abbia• la forma dei suoi drammi inimitabili. 83

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