Volontà - anno XVIII - n.1 - gennaio 1965

- molli individui ragionevoli e seriamente preoccupati. Ma p11rtrom,o si tratta di isole umane non molto estese: i co11ti11emi del principio d'autorità sono ancora vasti e pocc persuasivi. Traduciamo, come, particolare esem,,io di sincera angoscia ,la parie di una men– talità 11011 ar1archica, un brano di w1 articolo comparso qualche anno fa, ma sempre attuale, sul giornale laburista inglese • Daily Herald ».' - • Dal Pentagono, quartiere geneTl1le americano, sia so/fìando 1111 vento caldo. I generali ora appoggiano l'idea che l'Occide11te sia in grado di combal/ere e vincere una guerra 1111cleare.Vogliamo forse co11d11rc:i dalla sommità al cimirero? Non potrebbe esservi al mondo 11na scioc– cl1eu.,1 µitì. letale di questa vanteria, sia che essa venga da Washi11g1u11,sia che la si pro111111ci (I Mosca o in Cina. F.' a~s11rdo pretendere che 11na guerra 11ucleare an– drebbe bene in quanto potrebbe esserci ,ma «vittoria,. i11 w, mondo distrutto. La Gra,1 Bretagm, - ricordiamolo al Pentagono - sarebbe il primo mucchio di cenere. Diciamo (Id Eisenhower e a Mac111il/aw mellete a tacere quegli idioti militari. Con– trollate le loro azioni. Ucenziateli, fucilateli, ma assicurare che sia s0110 1111 controllo politico s"ggio e forte ». Parole cor:ggiose e piene di ragioni, le quali però, almeno quelle di chiusura, tradiscono la speranza e l'i11ge1111i1à che i,i questo mondo sia sempre possibile ouencre IUIO politica «S(lJ!,gÌa ». Dicevm11u che belle parole rii pace o sagge promesse, vengono s,~sso espresse nella oratoria politica o stampate s11i giornali. Anche la stessa deno111ilwzio11e di • Ministero della difesa», che ha preso il posto di Qtiel/" che 1111 temvo, vitì cinica., ma piii sincera, si esprimev" come « Ministero della guerra», ha una certa importanza psicologica per tenere più addolcite le masse: è sicuramente eufemistica, ma non del 111tlo11u11ile. Le popolazior1i de,•0110convincersi che, entrando in guerra, non s, compie nessw,a obbrobriosa aggressio,ie beosl una legillima difesa. In wu, guerra 111011dialc:, e nelle singole propagande nazionali, 11essu110«aggredisce», lllfti s; « dife11dono •· lm•ece, nella tristissima ret1ltà di 1111a guerra, ogni popolo non fa che esperimentare wi i11ga1mosmisurato. Ed è ver q11esro che talvolt,1 si è cos1re11i, a11che se il nos1ro a11imo si ribella e si riemvie di disg11sto, a dare 1111 cerro credito alle parole di chi, come Mao, afferma che 11110 • terza» guerra mondiale è i11evi1<1bile, che è inutile illudere i propri popoli. M,1 il « /984,. (lo citiamo, s'inte•1dc, pitì come simbolo o vroluibilittì, che come precisaz,io,ie cronologica) è 1m trag11ardo al quale possono co11rrib11ire, e sia pure inconsapevoimente, anche le popolazioni che avrebbero 111110da perdere. Mao, però, ha la « for111na,. di basare il s110 «comunismo,. su di 1111 piedestallo 11mano che, in fondo, 11011ha nulla da peTllere. F..d è per questo che c'è poco da sperare da quell'immenso agglomerato 11ma110.Mao res1erà per loro sempre un idolo. E' 1•ero che da lui ricevono quel poco, o forse meno di quello che ric:eveva110dt1i precedenti tlu111i11atori.Però se M"o t1011è cavace di sf(lmarli del llltto, lia co111w1q11e sostituito il rume co11 delle r;randi « soddisfazio11i,. 11azio11ali.Adesso sm1110,come cosa princi• vale, che il cinese è il popolo pii, ~r<mde del mondo per 1111merod'abitt111ti (come se la vo1e11za tlemogra{ìca, per S(' s1essa, fosse l'espressione di 1111 reale benessere); e che di co11seguenz.a la Cina p11ò tener testa, 1•aliddmen1e, a q11alsia.sì altro popolo. D',lltronde ha11110 già l'atomica .. <11111q11e mm vi è piìi 11111/a da temere. Caggliiacciame

RkJQdWJsaXNoZXIy