Volontà - anno XVII - n.12 - dicembre 1964

la mia condo11a. Però le persone al cui consiglio debbo - nel senso azidclto - prc~tarc 1nu-1icolarc anent.ionc, non :-.ono precisamente quelle che esercitano una c1cte1minata magiMro.tura, m:1 quelle che, :-.ia quale !'Jia la loro conclitione. abbi.1nc pili esperien1.a e più cogni1.ionc cli qu3nte ne abbia io. Vi -.ono due modi mediante i qu: :i.li un uomo che mi superi in ~apere, può e..,~en11iutile: èSponcnclomi gli argomenti che lo h.1nno conclotlo alla conoscenza della \Crità ovvero comunicandomi il giudizio che si è formato su una deter– minata c:uestionc. indipendentemente dalle ragioni corrispondenti. Quest'ultimo modo ha valore solo se lo si pone in rcbzione con la povertà delle nostre ct1- gnizioni e del 1empo che sarebbe nece~sario per apprendere i concetti scientifici che attualmente ignoriamo. A t.il proposito, non mi si potrà rimproverare se chiamo un muratore per edificare b mia casa o un cavatore cli poui per sca– varne uno, così come non mi si potrà rimproverare se lavoro personalmente sollo la direzione di que5le persone? Nei casi anzidelli, non disponendo di tempo o abilità per acquistare pen.onalmente le cognizioni necessarie per cia– sc1ma di tali attività. confido nella conoscenza altrui. Scelgo deliberatamente l'oggello chc voglio realizzare; sono convinlo che lo scopo è ulilc e conveniente; una \'Olla cl~e sono pervenuto a que~ta conclusione, afliclo la scel1a dei mezzi più ack:guati alle persone b cui \'ersatilità in quel l2voro è ~u1>eriorc alla mia. La fìducia che nutro per quelle persone ra p:nte della natura della delega. Ma è ruor cli cll1hbio che la parolc1 ohbcclien:;,;:1non è assolutamcnle appropriata per dt:sig.narc l'accc1ta1.ione, da parte nostra, dei consigli che ci dà l'esperto in una mate1 ia determinata. Simile alta fiducia che nutriamo in un abile artigiano, è l'auentione che prc<,tiamo al comandante di un C'>ercito. In primo luogo, debbo essere persuaso della bonlà della causa in gioco, della giustificazione della guerra e debbo essere 1><.·rsuasodella bontà della causa in gioco, della gius1ifìca1.ione della guerra e debbo possedere tulle le nozioni che si:1no alla portata della mia intelligenza, per ciò che riguarda la di1·ezione della guerra stessa. Si potrà me11ere in dubbio se il più ~!retto segreto sia realmente nccessa.-io per la conduzione delle ope– ra1.ioni. Potrà discutersi se la sorpresa e il tradimento debbono essere consi~ dera1i comt.! mezzi leg-ittimi per distruggere il nemico. Però, dopo avere fallo tutte le riserve cli questa specie, resteranno le questioni rispetto alle quali è nece~sario riporre fiducia nell'abilitfl ciel comandante per tutto ciò che ~i rife– ri~ce alla ballaglia e al piano cli 0J>erazioni. Ouc..,ia dottrina di obbedienza limitata, o - come Potrebbe dirsi meglio - di fìc.lucia e di delega, dovrebbe tu Ila\ ia, applicarsi il meno possibile. Ognu– no clc\e adempiere \'Olonrnriamcnte .li propri doveri fino agli ultimi limiti po~~ibili. Se, delegando l'esercizio cli certe !unzioni, guadagniamo quanto alrcffi– cacia cldl'csecuzione, perdiamo, in cambio, per quanto si riferisce alla sicu– rcua. Ogni pr.::rsona ha piena coscicnnl della propria buona fede; ma non può avere u~ual pro,•a circa la sincerità di un terzo. Un uomo virtuoso si sentirà sempre obbligato ad agire di propria iniziativa e cli-escrcit.ire il proprio giuclitio in tutta la c~tensione permes~a dalle circostanze. 725 -

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