Volontà - anno XVII - n.12 - dicembre 1964

restare !>COraggiaLidavanti al desLino dell'umanità che, a volte, per sì lunghi tempi dc\'e vi,·ere nelle tenebre e negli inganni. E non sono inganni di forw maggiore. ma di volonlà voluta, non 30110 bugie pietose ma tenebre a ca· gion di dominio e monopolio di p0- tcri: chi comanda s'interessa anche di ciò che non capisce. Nel 1802 fu trovata a Roma, in un l:imitcro, la seguente iscrizione su te– gole un po' disordinate: LUMENA PAX TECUM FI; allora, riportando fi a lu– meim, risullò FILUMENA PAX TE– CUM. cd essendo ancora caldo il ferro dell'ispirazione ricevuta, e con un ere. do quia absurdum, una nuova martire s'inzeppò nel calendario e si spedì - per mettere ovunque bottega - alla ri· liali.: - sprovvista - di Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino. Un canonico, Francesco De Lucia, osò scri– vere, con l'aiuto della fede vero argo– mento delle cose non parventi, una vi. 1a e miracoii di S. Filomena e far cre– dere in una santa e martire che, pochi anni fa, lo stesso papa Giovanni XXIII ha dovuto sconfessare in base a un minimo di serietà e decenza umana. lo che insegnavo da quelle parti vidi una volta nel santuario - addirittura san– tuario - di S. Filomena quadri votivi che tramandavano i molti miracoli della santa fasulla e facevano sorride– re e ricordare che l'usanza era stata pure dei pagani e di Tibullo che parlò di piclac tabellae in una sua elegia e si disperò perchè a nulla valse il potere della dea a lui infermo e solo: un er– rore di moda corregge sempre un erro· re passato di moda, in pace secum. Ho assistito a qualche commemora. zione del quarto centenario galileiano della nascita, ma non ho not.:ito un par- 700 ticolarc interessante della famosa con– troversia tra la Scienza e la bibbia, tra la Cultura e la chiesa, tra chi con· tinua a studiare e chi continua a fer– mare, col sole, la stessa vita. Ora Giosuè non ferma più il sole, ma si serve soltanto del maggior chia· rore della luce del giorno, in quanto poco prima del preteso miracolo era caduta la grandine e noi possiamo ri– cordare per esperienza che, per la prc.. -;enza di chicchi cli grandine, la luce· del giorno si fa più intensa e viva. Questa nuova versione non è mia, ma dell'abate Riccìotti che, commen. tando quel passo biblico (ediz. Salani, pag. 273), riconosce ciò • forse in reia– zione con la tempesta di grandine ac– cennata prima•: il Ricciotli premette «forse» pcrchè poco prima si parla di una grandine di pietre - non grandi– ne normale per il buon senso, ma di pietre - scaraventata giù sulla terra di Moloc capace di uccidere più nemi– ci Amorrei che non la spada dei figli d'Israele. Nei pochi righi di un racconto si devono sopportare tre bestemmie pro· fane e una sacra: un sole che si ferma, due giorni in uno, una grandine di pie– tre - sulla fronte di chi crede -, e un dio che uccide. E tutta questa paz– zia della fede, che ignora d'essere fede nella pazzia, non è diversa da quella pagana in un Apollo che, pregato dal suo sacerdote Crisc offeso dal solo A– gamennònc, • prima rivolse la mira sui muli e sui cani veloci, poi sugli stessi Achei lanciando amarissimi dardi, li streminava • e così, spacciata la fac· cenda, disse (questa è la tesi guai alle ipotesi): guappo d'onorata società, in– segnò ai greci a rispettare il cane per il padrone. Allo stesso modo pagana fu la chic-

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