Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964

gli stretti vincoli con la sua opern, il mio de<;iderio di conoscere personalmente l'autore, per aggiungere un capitolo alle mie Peregrinazioni europee. Emi! Lud– wig mi invitò a visitarlo nella sua residenza, il primo di scuembre. Infausto giorno per l'umanità intera. Infatti - chi poteva prevederlo con esattezza? - in quel giorno scoppiò, di fallo, la guerra fra gli eserciti bene ammaestrati dal– l'hitlerismo e le potenze occidentali. Emi! Ludwig si imbarcò subito per l'Ame– rica del Nord. Io, dopo due mesi di allesa nella Savoia, ritornai a Bucarest, nell'altro estremo dell'Europa in fiamme, malgrado l'::i.ppello d~i miei amici del– l'America del Sud. Così, passarono sei ~nni: 1940-1945. Una spessa nebbia pesava su di noi in quel tempo di carneficina e distruzioni, una notte squassata dai lampi di tante esplosioni persisteva intorno a noi. Ogni passo era un pericolo, un'ango-• sciosa titubanza al margine dei precipizi. Solo quando cessò la guerra, riannodai a poco a poco le mie vecchie re– lazioni. Però, quanti ne er~no morti in quegli anni, quanti della mia famiglia spirituale non rispondevano più ai miei richiami! Io stesso ho letto il mio no– me in una rivista di Parigi, nel Tableau d'Honneur dei caduti durante il mas– sacro. Stcfan Zweig si suicidò in Brasile, Romain Rolland si spense alla vigilia della « entrata trionfale» degli Alleati in Berlino, Pierre Ramus morì durante la sua traversata, verso il Messico, e tanti altri, innumerevoli compagni e amici perirono in esilio, nei forni crematori, nei campi di concentramento del lontano Oriente ... Però Emi\ Ludwig ritornò fra i primi in Europa e continuò, instancabile, la sua lotta contro le forze del Male. Nella sua Storia dei Tedeschi, dimostrò ancora una volta di quanti lutti nel mondo fosse stato causa l'imperialismO po– litico e militare di un paese che conosceva molto bene. Non ebbe alcun dubbio nel riconoscere le buone realizzazioni di una educazione che però successivamente i padroni dello Stato hanno snaturato e soggiogato, per le loro manie di gran– dezza. Questa opposizione fra Spirito e Stato è descritta con maestria da Emil Ludwig, il quale considerava il giorno della nascita di Goethe come una data più importante, nella storia della Germania, di quella di Bismarck o di Gu– glielmo TI. Fra le sue opere scritte nel rifugio americano, citiamo un nuovo Beetho– ven, un'ampia biografia di Stalin e un libro consacrato al Mediterraneo. L'ultima opera (che ricevetti dopo la guerra, insieme ad una lettera) mi sorprese inizial– mente per il suo titolo: Dcr Entzauberte Freud, che tradotto letteralmente suo– na: Freud, disincantato. La versione francese, '-C ben ricordo, ha per titolo Freud, smascherato. Si tratta, in verità, di un saggio per demolire l'edificio elevato dal fondatore della psicoanalisi. L'attacco di Emil Ldwig contro Freud è ancor più impetuoso di quelli che indirizzò contro gli avversari politici. Freud, com'è risaputo, non arrivò all3 sua fama universale senza dure lotte. Molti lo hanno combattulo len:tc-ementc e, fra costoro, anche alcuni che furono inizialmente suoi seguaci entusiasti. Nel vasto campo della psicologia sorsero varie scuole e correnti. C. G. Jung, Alfrcd Adler, Carlo Baudouin, A. Fer– riére, il Dr. Allendy - per citare solo alcuni nomi - non erano freudiani in 632

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