Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964

Freud,freudismo e verità sociali TI Q UANT~ prec_ed~ ( 1 ) costituisce il maLerialc di una conferenza tenuta pres: so un associazione culturale di Bucarest, verso la fine del 1939, quando 1 partiti «legionario» e nazi-fascista instaurarono il loro regime anche in Roma– nia. E' stata allora la mia ultima m?.11ifestazione pubblica, il mio « canto del cigno» sotto il nuovo sistema cli govtrno totalitario. Gli ascoltatori, i quali im– maginavano che volessi ripetere le idee inoffensive e « di moda» sul freudismo, ascoltavano con stupore la esposizione sulle delle verità sociali che si ricavano dallo studio della psicoanalisi: il pacitismo che anima certi se.ritti di Freud, la critica vigorosa contro la guerra e le carenze di una cultura pseudo-religiosa, basata sulla ipocrisia, sull'intolleranza e sulla violenza. Insistelli sul ruolo della psicoanalisi nella liberazione dell'individuo dfl.lle psicosi collettive. Appli– cato sistematicamente ai bambini inibiti, impulsivi, inclinati verso la mania di grandezza e di dominazione, il metodo psicoanalitico potrebbe evitare l'ascesa al potere di quei dittatori che giunsero ad assoggettare il loro paese, a terroriz– zare i popoli vicini e, - nascondendo la miseria e la schiavitù sotto spettacolari spiegamenti di forza e di arroganza - a sommergerli infine nella catastrofe del– la guen;a. Alcuni dei miei ascolt.:i.tori si alzarono, dirigendosi in punta di piedi verso l'uscita. Quando finii la conrerenza, percepii nel silenzio che durò alcuni istanti il soffio freddo del panico. In quella so.la , gli uomini, nella loro maggior parte possessori di titoli universitari, sembravano che solo alloro. si risvegliassero, l-COSSida alcune verità ignorate. Era troppo tardi: nell'Occidente europeo, da alcuni mesi, la guerra, scatenata da Hitler e do.Ile sue ord<! di assassini ammae– strati e cinici. mieteva stragi. Coloro che mi ascoltavano avevano capito, per lo meno, che i dittatori che dominavano nei diversi paesi non erano scesi come Dei ex mach.ina. Erano stati tutti, alcuni decenni prima, « bambini posseduti da impulsi ereditari (di– cevo nella mia conferenza) tormentati da ossessioni, inibiti nel loro mondo di sogni e da desideri perversi. Erano cresciuto senza la cura di genitori, di edu– catori e di medici (la psicoanalisi era allora ill'inizio). Erano i selvaggi di una cultura falsata, la cui «ideologia» non aveva allro argomento che la frusta, il pugnale, i proiettili, il veleno, il massacro individuale o in massa per il sup– posto trionfo di una « razza eletta» e di una minoranza cli boia che si auto– proclamavano caudillos, condottieri, benefattori della patria ... Jn quell'autunno dell'anno 1939 mi trovano in Frc:ncia. Emil Ludwig viveva a San Rarael, sulla Costa Azzurra. Avevo tradotto in rumeno sette suoi libri ed era naturale, dopo (I) Cfr. Volontà n. IO. 631

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