Volontà - anno XVII - n.10 - ottobre 1964

tà e l'espansione autonoma sono essen– ziali allo sviluppa umano troncato dalle conccn1.-azioni e dagli 'adatlamcnti al macchinismo. L'uomo non vive per sacrificare il cer– vello, i nen•i cd i muscoli alle necessità di una macchina che chiede gli stessi mo– vimenti anno dietro anno, logorando co– sì l'operaio nel corpo e nella intelligen– za. 11 compito dei socialisti e dei ribelli non consiste nel consigliare i lavoratori a sacrificare il corpo e la mente alla con– centrazione e alla macchina, ma consiste più utile il grande macchinario an7.ichè l'utensile individuale dell'artigiano, nello awenire non vi sarebbero che classi, gran– di industrie e Stati. Qualsiasi opposiz.io – nc a questi punti di vista veniva quaJifi. cata come reazionaria. Per professare tali principi, quale necessità c'è di chiamarsi socialista? La stessa borghesia professa questi princìpi e dice che il forte vince il debole. Pe1· i socialisti di allora, e, per i socia• fo,li libertari di ogni epoca, socialismo \Oleva e vuol significare emancipazione nel rh·endicare l'uomo completo, integra- umana, lotta contro l'oppressione, non a- le, armoniosamente sviluppato. Marx e dattamento ad una maniera determinata Engcls non credettero inevitabili quegli di produrre per il solo fotto che questa sviluppi progressivi dando impulso nd determinala maniera sia in auge. Marx un orientamento in senso statalista, volle dare un preteso contenuto socialista cd arrivando, per questa via, alla 1-01. al sistema e <levette rinforwre l'idea del· tura con i vecchi industriali del macchi•\· lo Stato affinchè superasse l'idea del ca– ni:m.o incipien.te, ~on le_ arti. cd i me•JJ!pitalc-macchina: fabbricò cosl un super– st1en, e con gli agncol!or1. Il risultato ru 1 ~t-.tato per dominare lo Stato del secolo che i lavoratori rimasero aggregati alla 1 r XIX e questo superstato non è che la grande industria ed allo Stato. Gli agri- di11atura, scguìta dalla supcrdittautra. coltori e gli artigiani non scompan•cro, Tale fu la forLa pasta in gioco da Marx. nè soccombetlero malgrado che molti Ti Però è e\•idente che, se si voleva essere ronc:iderasscro come membri di una clas socialista occorreva aiutare gli uomini se destinata ad estinguersi. Non scomoa e non volevano essere schiavi della mac· rirono. però divennero i sostegni dcli~ ina pili forte. Negli anni iniziali - ora reazione. rendendo coc;;l molte volle. inu trascorso un secolo - le condizioni e tili llli sfarti dei lavoratori industriali. circostanze per J'edifìcazionc socialista Sia Proudhon che Balrnnin cercarono ano pili favorevoli di quanto non lo ollnuno nel oroorio ambiente. di evitar O oggi_ Proudhon e Bakunin lo com- un simile dis:istro. La causa che difese• esero, ma, disgraziatamente, non lo ca• ro que~li uomini non è ancora perduta pirono nè Marx, nè Engels. mahrrado che Te C"O'ldizioni della lotta si siano awrav;ite attra\·erso le generazioni Bakunin rimase intrapoolato per quasi Per ciò che riguarda i primi ventinove un anno dalle fatali parole di Hcgcl e ;mni di Proudhon (dal gennaio 1809al geo. c-redetft"' ;11lasentenza tutto ciò c11e t rea• naia del 1838) ci serviremo della prege- !e ~ razionale. vole opera del professor Daniel Halevy, Mnr;,i;:fomiò le oronriP catene, per scm- La Jeunesse de Pro,u1hon che non ritengo nre, ne] 1844. dicendo che o211i evoluzio- di completare con notizie trovate poste- ne umana dio"nde dalla macchina (hasc riormentc, gi.iJ.cchè è sullìciente quel libro materialista). Ciò significava che, esscnd per lo scopo che mi propongo. 603

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