Volontà - anno XVII - n.10 - ottobre 1964

chico, a vie11aoccupazione, e perciò senza varassitismi; in cui il cittadino fosse " complelo carico della co1111mitàed ili co,:_ /ormitd della for11111la • Da ci<lscu"o se• condo le s11epossibilità, a ciascuno seco11. do i suoi bisogni•. Per esempio, nella città del /11wro, a proprietà in com1me, 11011 ci sarà bisogno di espropriazio"i, e già solo questo caso. tra gli altri milioni che si posso110 cita– re, memre dà lll se11sazione di toccare il fo11do di 11na sitt1azio11e che è la più naturale, rivela l'artifizio delle sociertì e proprietà 1,rivata, il cui costo, si<1pure soltanto eco11omico, JJer non dire di aflri tupetti assai più gravi, è semvre u11 di– st1stro. Sappiamo poi q,umto costa all'at– t11ale società il rapporto di espropriazio– ne? Ma pure 11011 sapemlofo si può im– magilwre attraverso i chilometri cubi di carta clie ve11got10divorati per vre,,endvi di espropri<1zio11i,ver i111i111(1zio11i, s11ppli– che, opposizioni, co,11ruversie di primo, secondo, terzo, l/ll(lr/o grado, si110all'ese– cuzione forzata, disposta da s1w mae'ilà lo Stato; senza comare le spese per viag– gi, per sopralluoghi, soggiorni, e chissii quali e q1wnte allre stramberie. Ma il rapporto di espropriazione è solo una rara \lice11dadella proprietà. E tutte le altre vicende? Dal sorgere della pro– prietà, alla mam11e11zio11e di questo dirit– to, ai suoi trasferimenti, si110all'ei•entuale estitizio11e: 1 1 ice,ute che allraverso miliar– di e miliardi sia pure di soli contraili i11cre111entano,netto Stato merca11te, lo smercio della carta bollata? Ora, è questa /a legge del minimo mez– zo? E' qHesta l'm11111inistrazio11eal mi- 1tore costo.' D'altra r>arte è ass1irdo pre– tendere dalla società CllJ)italistica 1111'am- 111i11istrazioneeco110111ica, e verciò social– menre costrn11/w1, in <111(111/0 è Ili stesm lll(llfornwzione nr,::a11ict1 della società che Infatti: • A maggiori consumi, maggiori guadagni», dice una formul" caviu,lisri– ca, in cui le distruzioni sono anzi sol/in– tese ed auspicate come consumi tra i pilÌ redditizi. Fruttando, il bello è che ver ammini– strare la società in questo moclo, i go– \lernanti si... fanno pagare. Per esempio, tempo fa la stampa informa\la che il Primo ministro più caro del mo,,do è quello indiano, costando ai contribuenti circa tre milioni e 6()() mila lire al giomo. • La spesa maggiore - oltre a quelle di carattere privato - è per il 111(1/lfenimcn– to di alcune centinaia di ispettori che ve– gliano sul Primo ministro durante i swn \liaggi e le apparizioni in p11hblico. Altri paesi dunque si possono ritenere fortunati. U11 depulato /rtmcese prende 625.000 lire mensili. /11 Italia: prefetti, presidenti di trib1male, direttori gener(lli, circa mezzo milione (esclusi i ge1to11i di presenza per partecipt1zione e commissio– ni e consigli di emi; le facilitazioni, e così via). lttdennità a deputati, 450 mila mensili. Un ministro o sottosegretario: ,m milione al mese (le entrate ufficiali, perchè quelle segrete uon si sanno); 11re– sidemi delle due camere, 10 milioni e 200.000 a/l'a1mo. Rece11tememe il governo giappo11ese ha aumentato di 3 milioni e mezzo il • sa– lario • ammo del suo imperatore (/00 milioni di lire). Inoltre il govemo ha de– ciso di costruire un nuovo palazzo impe– riale, che costerà quasi 13 milictrdi. fnso11111w,qui bastando solamente por– re i problemi, senza 11ecessitc} di ta11ti deuagli, ancora 1111avolta si Ila ragio,ie di acc11sare la J)ropriettÌ di essere, secon– do i casi, un'ennesima conferma della se– greta teoria del « Dividi e i111pera » a /ti– vore tlei grossi 1>adroni,e perciò tirmmia implirn 1111'a111mi11istrazio11e distrnlliv, 1. o negazione di liberlà, e q11imli ill11sio111:; 568

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