Volontà - anno XVII - n.10 - ottobre 1964

111ostrazio11edi 1ma possibilità •· • Verso 1'a11archia, ovvero verso la re– pubblica 1111iversale,si va 11ecessariamet1- 1e ver gmdi •. • Il 1,roblema di noi anarchici non è quello di resrnre in agguato per decapi– tare lo Stato, bensì quell'altro di esau– tornrfo come potere di parte, quale è swto fin'oggi, e di potenziarlo come po– tere col!etfivo di w11ministrcn,ione P di sicurezza sociale•· (C.R. Viofo • • Seme cmarchico" • agosto-settembre 1962). Thomas Paine, nella sua opere, • Com– mon Sense • ossen,a: " La società sone a causa delle uostre necessità, 111e11rre il governo sorse a causa del/ci nostra malva– gitcì. La società, qualunque sia la s11t1 forma, è un bene; il governo, anche nella sua migliore forma, è soltmtlo tm male 11ecessario •. Non di ratio, per meglio vrovare ltl fondatet.zll dell'a111istatalis1110 abolizioni. stt1, si ricorre ad autorevoli giudizi citan– do letterati, sociologlli, filosofi, svecial– mente estranei all'anarchismo, così da po– ter usufruire almeno di due vamaggi: l'art. torità iutellettuale in sè e per sè dei pa– trocinatori, ed in più la loro 11eutmlità, come parti estranee alla questione. Se11no11chè bisogna disti11guere se que– sti.,.gimlizi sono sentem.e oppure semplici tesrimonianze s11 dati di fatto, i11 q11Cmto il resri111one è resrimone, e 11011 giudict•. Dire che lo Stato fa questo o quell'altro, optmre che è 1111 criminale, non dimosrra che bisogna abolire lo Staio, perchè in q11es1Omotlo si correrebbe il rischio di do,•er dedurre che t1111O ciò che non va be11e a11d,-ebbe abolito, e in conseguenza, per esPmpio, abolire una scuola, 1111 o– spedale o un qualunque altro istill4to di p11/Jblica 11tilirà. solo percliè f1111zioll(mO li/CIie, Sentiamo ora un'altru voce, quella di Derrraml R11ssel, il quale, tull'flltro che 566 esprimere u11 frettoloso parere occasiona le, prima cli sente,f-z.iare a questo riguardo, vi ha scrillo soprfl niente tli meno che un libro, ili cui, tra vari argomenti, è deuo· • Possiamo ora riassumere le no– stre osservazioni circfl i poteri del go– verno. Lo Srato, malgrado ciò che gli a- 11arcltici vorrebbero, appare come un isti. t11to necessario <l certi fini•· Non è 11n'approva1.io11e!oMle - si vede - è w1'approvazio11e reticente, a malin– cuore, a denti srretti. Nè si deve dime11ricare la simparia del Russe! per l'anarchismo: • I.A mia opinio– ne personale, e tanto vale che io la e– mmci dal vrincipio, è che il puro Anar– clii.smo dovrebbe essere l'ideale supremo cui la società dovrebbe avvicinarsi di con– tinuo». Ma, allora, cosl, QtWltro e quattr'otto, q11esto delinq11eme dello Swto, dovrebbe andarse11e assolto? Un momento; verchè qui siamo in un punto a doppio aspetlo in quanto, selJ.. bene lo Stato, a determinare condizioui, se la caverà, non è dello che la resi anarchica dell'abolizione dello Stato sia i11fo11dara.Tutt'al più rimarrebbe da ve– dere elle 11011 sia male impostata. Abolizione dello Stato, sì, ma in che senso, cioè che cosa si deve abolire? Lo Stato è un'azienda, co11 una sw1 :\m'ministrazione ed 1111a materia ammini– s1rabile: due elememi da tenere rigorosa– mente distinti. Menlre la pubblica amministrazione - in una socierà che sempre più inevitabil– mente va diventa11do pubblica - resterd insovprimibile, non altrettanto è per la materia amministrabile, la quale è essa, propriamente, il vero bersaglio dell'aho– lizio11ismo anarchico. Q11ali so11O i11 11110 Stato gli elementi costitutivi della materia amministrabile /ara/mente desti11ati c1/l'esti11zio11e?

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