Volontà - anno XVII - n.10 - ottobre 1964

ha molte giustifìcazioni (religiose, educative, di paura inculcata da una larga dominazione, come avviene per i russi). Per tutte queste ragioni, in gradi diversi ed a seconda dei popoli, l'anarchi– smo si trova di fronte ad un ostacolo diflìcile per « accelerare la realizzazione dei suoi obiettivi ». Soprattutto perchè, a causa dei numerosi e formidabili mez– zi di cui dispone, lo Stato attualmente può soggiogare la mentalità popolare e dominare sulla massa con maggiore efficacia che nel passato. Ciò ci allontana dalle nostre possibilità specie se poste in relazione alle possibilità anteriori. E a nulla serve praticare la politica dello struzzo. Pertanto, se si int~nde quale obiettivo dell'anarchismo la trasformazione integrale della società, pur senza contare che le bombe atomiche non consentono il trionfo di qualsiasi rivoluzione armata, ritengo che ci troviamo in un vicolo cieco. Però è necessario non giudicare i nostri problemi con lo spirito « paraliz– zato» dalla tradizione. Di fronte alla complessità ed alle nuove caratteristiche della storia, dobbiamo possedere agilità di pensiero la quale ci permetta di adattare le nostre tattiche alle nuove situazioni. La lotta per il progresso umano avrà sempre ragione di esistere, e potrà sempre essere effettiva a condizione però di sapere adattare i nostri mezzi alle nuove situazioni. Se è divenuto più difficile trascinare le popolazioni delle nazioni in cui lo anarchismo è stato una for,a (e non dimentichiamo mai che sono poche), tanto per i maggiori mezzi di difesa dell'autorità e delle classi privilegiate, quanto per un certo adattamento d.'.l parte del proletariato, nulla impedisce che po:-– siamo, da una parte conquistare quella frazione, quella élite preparata che non ha perduto il senso della libertà e può capire, grazie alla sua cultura, il pericolo che rappresenta l'invasione statale; d'altra parte nulla impedisce che ci interes– siamo, contemporaneamente alla detta élite, degli elementi i quali in seno al popolo sono suscettibili di comprendere lo spirito libertario, e di mettere in pratica delle realizwzioni che potrebbero servire da modello ed essere mezzi di propaganda molto p!ù efficaci di quanto possa essere detto o scritto. Una quindicina di anni addietro sentii dire al compagno Hem Day per ciò che si ri– feriva alla Francia: « Una semplice cooperativa servirebbe oggi meglio la nostra propaganda che tutta la carta scritta». Ed è vero. Però gli anarchici francesi, ed anche quelli di altre nazioni, non sono stati capaci di organizzarne. Ci si do– manda quindi come, in simili condizioni, si possa pretendere di organizzare un mondo nuovo. Così, con riferimento al Messico, ad esempio, mi domando se non è possibile far qualcosa di concreto in certi « campi periferici» creati dalla riforma agra– ria. Da lontano, ritengo che essi potrebbero essere terreni favorevoli di propa• ganda. Forse si potrebbe puntare su questo terreno per un'azione costn1ttiva che avrebbe delle utili ripercussioni sia d'ordine materiale che morale. Tn ogni caso, se sono informato su questa istituzione lo debbo agli studi pubblicati da associazioni di indagini sociologiche indipendenti e non già dalla nostra stampa. E se noi non ci dedichiamo a questo tipo di studi sociologici precisi, anche se 562

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