Volontà - anno XVII - n.10 - ottobre 1964

In generale non !'>iè cercato cli dnre un'idea chiara dell'organizzazione di una società anarchica. Non sono mancati gli appigli. Di recente, uno dei com– pagni più rappresentativi del movimento libertario francese, rispondeva, in modo secco e senlcnzioso, ad un compagno il quale chiedeva che venisse stabi– lito un programma nel caso di una svolta nella Spagna, che l'« anarchia» non ammetteva programmi. Quel compagno rappresentativo, il quaìe contraddiceva così Kropotkin e Bakunin - chC' fecero lanti programmi - Malatesta, Proud– hon, Faure cd altri, preferisce lasciare il movimento. intellettualmente e pra1i– eamcnte nell'indcfìnito, nel nulla, contribuendo per1an1O a preparare future rovine, a fare di tutto per non assicurare le conquiste, sia pure partiali, che· sarà possibile realizzare. Questo tipo di risposta è stato dalo spessissimo e non poteva convincere degli uomini che, operai o non, sapcv:rno che una !'>Ocictà è un organismo com– plesso la cui creazione non può la5ciarsi al capriccio di quanto farebbero o non farebbero coloro che partecipano alla rivoluzione. La disgrazia. nel nostro movimento, è che moltissime volte furono uomini incolti e presuntuosi, ignoranti dei nostri m,wst1i, dei nostri pensatori. dei no• stri sociologhi, dei nostri economisti, coloro che si trovarono in contntto col popolo e che defìnirnno in quel modo l'anarchismo. E se aggi•mgiamo le • divC'r– sioni » (amore libero, vegetarianismo, naturismo, crudivorismo. inc1ividunl;~mo, etc.) che cosa potevano pensare dell'anarchismo molti cli coloro i (lu;:,lì si ;:,v. vicinarono ad esso. se non che fosse una torre cli B::i.bcle in cui era molto dif– lìcile comprendere quakostt? Era già molto far accettare alla ~C'nte che una società poteva esi<.tere sen.,.a governo e senza Stato e che s! pote\'a lavorare senza padroni. giacchè - C'd in ciò consisteva la difficoltà principale - la tradizione di tutte le stOri<' ;\Veva insegnato a credere il contr::i.rio e non era facile estimare una simile crNlcn7'\. Sopratlutto perchè, (facendo debita eccezione per la Spagna), in campo pralico. non si fece nel noc:tro movimento nulla per convincere la _gente della 110<:<.ibilità di simili realinazioni. Quanto a mc - di fronte alle spiegazioni che tante volte ascoltai nel mo\limcnto anarchico francese. altre volte in quello soae:nolo. so– prattutto in quello argentino. e di fronte a quelle dei compagni russi che co– nobbi in Russia nel 1921, oltre a quelle che lessi in alcuni giornali anarchici italiani - ho oensnto che soltanto uomini dotati di una certa intelligenza e di un cerio senso critico potevano aderire ad un movimento sociale che presentava tante sorprendenti prospettive. OUARTO . Davanti alla trao:ica divisione attualr. del j!'ran,tl blocchi in lotta, l'anarchismo può raporescnlare Ql1ella forza alla quale si anela? Non vedo, comoa1mi, la minima possibilità perchè l'anarchismo possa assol– vere un così ~rande impegno. Siamo migliaia nel mondo, e simili grandissime ambizioni risultano sproporzionate rispetto alle nostre possibilità reali. Tl no– stro comoito essenzble è Quello di ricostituire il nostro movimento, di a,"ric– chire il suo pensiero, di rafforzare la sua azione nella misura possibile. 560

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