Volontà - anno XVII - n.8-9 - agosto-settembre 1964

lirico-sociale: ww interno, basato su par– ticolari rapporti economici, i q11ali diret- 1m11e11terappresentano il sostegno capi– tale della classe obbedie11re a q11el par– ticolare partito; ed 11110 esterno, costitui– to da t11tte le sovrastrutture <lifensive (ideolo~ie, religioni, 111iti,politica, princi. pi giurìdid, ecc.) e che appw110 deve rappresentare il centro gravitazionale del. le masse miliran1i; e queste devono sem– pre credere che, gravirando illlorno al centro esterno, esse dife11do110 pme i lo– ro interessi economici, L'anarchico, i11vece, qualunq11e sia il suo caranere e le sue particolari vie d'az.,o– ne, non può fare a meno di cozzare con– tro il vero nucleo che dovrebbe essere disimegrato; ed anche qua11do combatte co11tro parlicolari strurture difensive - cioè che sono 11iargi11ali alla stmtt11ra eco110111icadi 1111adata classe dominante - ,wn lo fa per sostituirle con altre str11tl/lre esterne, ma perchè compre11de (anche se talvolta non troppo chiaramen– te) che una tale lolla, per necessitil 1w– t11rale e sociale, te11de soprattutto ad u>1 ca111biame11to radicale dei rapporti eco• 110111ici,ollre che di responsabilità so– ciale; e d'altronde è co111prensibile che 1111 111ondo libertario 11011si realizza 11111- tando soltanto lo « spirito » o il « credo» delle moltitudini. Da tullo qiiesto, per l'anarchico, scawrisce ww serie di pe• 110se «contraddizioni» o di avvilenti in– congruenze, alle quali w1 mlliianie dì par. tìto può sempre sottrarsi, ÌII quml/o es– so. consap~volmenre o meno, non avrà mai la vossibiliià di attaccare diretta– mente la vera sorgente del malessere so– ci,de. Citiamo soltanto u11a nostra col– letiiva inco11gr11e11za: la 11ecessità, più o meno sentita di agire nei sù1dacatì 1 a11che se ori/lai abbiamo bene analizzato la loro nalllra e abbiamo chiara111eme constatato quanto essi siano deviati dalla loro primi. tìva sostanza. Si ha ragione dì ritenere « che il mo– nopolio dei metodi organizzativi in ge– nere sia un'esclusiva degli autoritari», giacei/è, dia secoli, essi souo a{fia11cat1 da eserciti e da volizìe, Si constata al– t resì che f'orga11izzazio11e è sempre con– formata in modo elle serva di più ai do- 111i1tatori che ai do111i11ati,Si ri(lella wi poco su q1ies1e co11dizioni, non per scu– sare eventuali pusillanimità o mancanza dì buon volere da parte nostra che sicu– ra111e111e, almeno ili parte, esistono, ma solo per ml confronto obbiettivo. Comun– que ciò che è desideralo d,11 compagno Ca111pa11a, possiamo pensare che sia pure il desiderio di ta11ti allri a11archici. Però 11011riteniamo inutile la nostra critica la quale può anche disoriemare o confonde. re le «idee»; talvolta, come spesso è av– ve11tllo, potrebbe trartarsi di w1 capogiro passeggero da pane di chi dimostra di avvicinarsi alle nostre idee, capogiro che potrebbe benissimo condurre ad 1111 equi– librio più razionale, D'altro,ule capita. f:J)esso che una persona 11011si svegli (;l primo scosso11e; ma se questo è ben da– to, la reciltà delle cose potrebbe beni:.– simo compiere il resto. Anzi, diremo di più: a11che un particolare disorientamento porrebbe avpw1lo sig11ifìcare che la cri– tica è sfata proprio salutare. Nei secoli scorsi furo110 molti quelli che rimasero disorientati dal dover co111prendere che è il sole il ce11tro virale e 11011 la terra. Perciò non dobbiamo meravigliarci se oggi ci sono molti che restano disorien. tari quando afler111ia1110 che è la società il centro vitale della storia, e non lo Stato appoggilllo sugli eserciti più o me- 110 formidabili, Per n f11tt1ro abbiamo .sempre una sorra di certezza, comw1q11e vadano le co– se, poichè se J'11111a11ità metterà effettiva– mente 1111 pò di gi11dizio, i111plicitame11te 543

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