Volontà - anno XVII - n.8-9 - agosto-settembre 1964

J\'l,t, CENTENA 1110 l)f;U,'IN'/'EIINAZ/ONA /,f; Ad un secolo dalla fondazione della prima internazionale LA creazione di una federazione internazionale informata al pensiero s0- :iafo,ta rivoluzionario fu opera di una necessità assai ambita :-,ia dal <:.enti• mento, sia dalla classe lavoratrice. Consape::voli della loro partecipazione allo S\'iluppo ìntcllcltuale, alla produzione, alla distribuzione, all'economia delle di. Yersc nazioni di quel mondo che velocemente si avviava verso nuove forme di convivenza, le differenti « fratellcmze » britanniche, italiane, francesi e spa. gnole - seguite successivamente da allre comunità europee - stabilirono dei contatti per coordinare un movimento che veniva da molto lontano e per dar vita a questa tanto agognata aspirazione. Lo scopo fondamentale che si proponevano i suoi ispiratori non consisteva in una creazione puramente contemplativa. I ·,1eri precw·sori erano gli utopisti, gli gnostici, gli esseni. Esso attingeva alle stesse radici del pensiero universale e particolarmente europeo, sin dalle più remote origini, ma aveva ricevuto un grande impulso dal grande movimento enciclopedista. Questa formidabile forza, costituita aµpunto dal pensiero classico europeo, ed il mondo del lavoro, tesi verso un'azione comune, si unirono e questa unione ,·enne compiuta fìnalmentc verso la fine del secolo XIX. Le loro idee e le loro aspirazioni trovarono un punto d'incontro ad opera della fìlosofia tedesca. con Herder, Hcgel e Kant, i quali trovavano nel movimento delle idee una spicgazio_ ne formale dei fenomeni sociali che andavano profilandosi in un mondo che si trasformava geograficamente, sia nella corsa verso la spostamento delle nazio. nalità e sia nella migliore considerazione del proletario che offriva la materia prima del suo lavoro al mercato economico. I Francesi che, dopo Pascal e Cartesio, fecero loro il pensiero umanistico per un arco di tre secoli, con quello stuolo di possenti pensatori come Monte– squieu, Rousseau, D'Alambc-rt, Diderot, Voltaire, Toqueville ed i grandi della Ri_ voluzione, resero di pubblica ragione e popolari il frutto del loro pensiero filoso_ fico mostrandoci un mondo disfatto e decomposto che procedeva artificiosa– mente in una gucn-a permanente d'interessi materiali, lont:mi dai princìpi basi_ lari che danno vita alle società: la divisione in classi, la proprietà privata ed indivisa, uno Stato centralizzato che tende verso la tirannia e la dit1atura e che ,·olutamente ignora i grnndi problemi che agit3no i popoli. La rivoluzione dal 1789 31 1792, nei '-UOi anni di svolgimento (come quella spagnola dal 1936al 1939), 10lse quelle illusioni idealiste che albergavano in tutti gli uomini che avevano acquistato e cohivato la facoltà di pensare. Questo grande avvenimento, che ancora legittima e giustifica la presenza della Francia nel mondo, aprì le porte dell'Europa alla civilizzazione. ½a paura fece tremare 463

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