Volontà - anno XVII - n.7 - luglio 1964

stampa anarchica francese. italiana e spagnola (quella editata in Francia) re– lativamente alla rivoluzione cubana. I redattori dei giornali ufficiali del nostro movimento, sin dal 1959, riceveltcro delle nutrite informazioni da parte dei nostri compagni cubani, da sellori o gruppi di opposizione, che davano notizie sullo sviamento imposto da Castro e dai comunisti. Erano delle informazioni tanto minuziose che non lasciavano adito a dubbi circa la realtà che esse de– nunciavano. Tuuavia, ancora oggi, alcuni periodici e riviste non si sono decise a denunciare il regime dittatoriale e controrivoluzionario imposto alla popola– zione cubana. Non si resero conto di quanto stava accadendo nè per ragio– namento e conoscenzrt, nè per sentimento, nè per intuizione e neppure per istinto libertario. Nè lo vollero ammettere. Alcuni giornali pubblicano ora - addirittura! - gli appelli in favore dei nostri compagni condannati a dicci, venti e trenta anni di carcere, poichè non possono far passare più sotto silen– zio questi fatti. Ma non prendono una posizione univoca, poichè la conoscenza, l'amore o il rispetto dei nostri principi sono ad essi estranei. Come e quando quelli che sono come i portavoce del nostro movimento e che tacciono di fronte a questo strangolamento della libertà, a questa instau– razione del totalitarismo, pretendono d'influenzare il pensiero ocntcmporanco? Sono essi tanto poco anarchici da fare il gioco della dittatura? RISPOSTE ,u. QUESTIONAlllO I. GASTON LEVAL Per rispondere alla prima domanda occorrerebbe una profonda analisi sto– rica sin dal 1880circa e cioè dalla data in cui si vorrebbe fissare il declino del movimento anarchico internazionale, ad oggi, esaminando tutti gli avvenimenti storici di questo periodo e considerando il metodo di lotta dei movimenti anarchici dei vari paesi. Quindi unl profnonda analisi che dovrebbe trovare impegnati lo storico cd il filosofo. A mio modesto parere, la form<lzione dei partiti di massa con programmi immediatamente reali1..zabili e la estensione del suffraggio universale a tutti gli strati della popolazione, ha fatto sì che le masse si orientassero verso la politica dei partiti riformisti, anz1chè rimanere nei movimenti rivoluzionari che, se promettevano la rivoluzione <:;ocialc non assicuravano nessuna conqui– sta immediata. D'altra parte le masse non preparate politicamente e socialmen– te non potevano intuire l'illusorietà delle mete prospettate dai partiti E, d'al• tro canto, i tentativi bakuniniani d'insurrezione sporadica non riuscivano a nulla di concreto e visibile. Le polemiche sorte, poi, nei movimenti anarchici tra individualisti e collct• tivisti, tra « espropria tori», propagandisti « del fatto.,., organizzatori ed anti– organizzatori, probabilmente disorientavano le masse che non trovavano nello anarchismo una dottrina sistematica con una ba,;c ideologica eguale per tutti. 417

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