Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

(segue dai numeri precedenti) I CLASSICI DELL'ANARCHISMO Indagine ~sullagiustiziapolitica CAP. VI - LA PRATICA DEL GIUDIZIO PERSONALE pER OGNI essere ragionevole, l'unica regola di condotta possibile è la giusti– zia, n~entre che l'unico modo di praticare la detta regola è l'esercizio del prop~io raz.iocinlo. S.. : in una determinata contingenza dovessi diventare un cieco strumento pcrchè sottoposto alla violenza, la mia condotta cesserebbe di appartenere aHa sfera della morale, sia per quanto riguarda il male eh~ per quanto riguarda ;J bene; ma se il mio agire non fosse determinato dalla pressione di una violenza assoluta, o fosse influenzato dal semplice timore della violenza, oppure dall.i speranza di ottenere un premio o dalla paura di un castigo, non c'è dubbio che la m!a condotta sarebbe condannabile. Tuttavia occorre fare una precisazione. Poichè, in°fatti, l,:1giustizia - per corTJC' è staio chiarito nei capitoli precedenti - caincide con l'utilità e dato che io sono parte di un aggregato sociale, la mia felicità non puo che informarsi al complesso di concelli che regolano la giustizia: per modo che la speranza del premio ed il timore del castigo vanno tenuti, enlro certi limiti, in consi• derazione, costituendo degli incentivi i quali non possono non avere intlucnza sui miei atti. In generale, può dirsi che due sono le cause fondamentali che determinann le 2;,ioni umane: una è costituita dall'essenza stessa delle azioni e dai risultati che St' ne attendono, ed è quindi la risultante di leggi universali; l'altra causa È costituita dall'intervento positivo della volontà d'un essere inteliigente. La na!ura della felicità e dell'infelicità, della gioia e del dolore non dipende dalle istituzioni sociali vigenti, per modo che tutto ciò che tende a favorire la felicità e la gioia è di per sè stesso desid1:rabile, mentre tutto ciò Cht! inclina verso l'infelicità ed il dolore va senz'altro ripudiato ( 1). Per la stessa ragione, il oromuovere la virtù, la verità e l'equità sociale è giusto ed è quindi bene. Probabilmenle non esiste alcuna azione umana che potenzialmente non si ispiri a ::1li valori e che non possieda, in conseguenza, la nozione morale fondara ~ulbl natura astratta delle cose. (I} E' bene tutto quanto contnbuis,;e a far prevalere la felicità e la gioia sull'infelicità e sul dolore; t' male quanto contribuisce a realinarc la prc,·alcnz:i dei secondi sulle prime (n.d.t.). 101

RkJQdWJsaXNoZXIy