Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964

Lettere dai lettori Punti di ,ista Quando Bakunin afferma che vi sono delle legai naturali inevitabili, cali in so– stanza dà a credere che esistano delle leggi naturali, In secondo piano che, se esistono, nullu può l'uomo contro di esse. Qui io credo che lo stesso Bakunin sa– rebbe il primo a concedermi il diritto dj dissentire da una sua forma di pensiero, se io ne ho un'altra; anzi mi stimolereb– be curioso di vedere dove si pub arrivare parlando in tal tema, non da un mani– comio, ma da una pesata va1utazionc dei fatti_ Una cosa è lcgiie altra cosa è com1>0rla• mento, Se un nc:.so sta fra le due parole esso consiste, come ha fatto appunto li commentatore ad una mia nota nel nume– ro di ottobre, aga:iungendo alla parola comporlamcnlo l'aggettivo« cost~ntl' •. per legge naturale potendosi intendere un comporiamento costante della natura. In tal ca.so , logica vuole il precisare cosa si intende per •costante• sia in riitlardo allo spa7io, sia riguardo al tempo. Se per costante, si intende un qualche cosa che in nessun caso si dà il lusso di voltar gabbano, io, confermando quanto già detto. dal mio punto di vista, riten– go per certo che « leggi naturali • non ne esistono. Che se questo stupisce, tanto peggfo per loro. Da che l'e\'oluz.ione, che domina tutto il quadro dcll'Uni\·crso. è il solo comnona• mento costante nella natura: e tale com– portamento si può riassumere nella paro– la: incostama. Tutto muta, tutto si muo– ve, tutto è nuovo fra i miliardi cli galas• sic esistenti, ogni nuovo giorno. TI c11c in parole povere significa che il compor• tamento della materia OiW giorno obbe– disce a nuove leggi, che prima non esiste– \'Uno e che hanno ~bancate le precedenti Almeno che Bakunin. cd altri ancora, non veda in questo ciclo, sempre diverso, un disegno preordinato, in parole povere la divinità in atto. Per me, ed è se volete il mio punto di , ista, l'Universo non obbedisce ad alcun oroloeiaio, ma nella sua tibertà, tutte le lcaai poste in solaio, si manifesta in un numero illimitato di forme, fra le quali per la forza dei numeri il più forte impo– ne le libertà che si è pn:,;c cd esclude od assoggetta gli altri ai suoi capricci, L'accellare una legge quol-.iasi, come lo •,.:hia\'O nccctta il padrone, t' !'ridottarvisi contro il proprio intcrc,~t.:. le proprie a 3 pira.1ic,ni, è ;,\ mio yiudi,io, un suici– dio \·ero e prnprio. Qui bisogna intenderci. Se \Oi ,..i ponete ad <"1<-ncarc le leii!i noturali che cono– '-C<"lc o potete ritrovare, ne elencherete tante e tante da .. non capir,·i più nulla e finirete per convenire che ogni oggetto dcll'Uninrso ha. oppure sccalic. la sua legge particolorc e, sc.-condo essa. si re– [lOla a differen1.a di mille e mille :,Itri corpi ,, lui apparcnlcmcntc iclc-ntici, ma ai!\ differenti, non fo,;sc altro per il po– s10 che occupano, due corpi non potendo cs,':"re nello stes,;o ,;pa1io. e lo c;pa7io. cio-·• l'ambiente. agendo in qualche mod'l ,.,. -:tuello che in esc;o vi t' immerso Si è che noi, prima con1rolliamo un dett"rminato comoortamcnto i,er un et~. l<'nrtinato tcmoo. ocr un;i luna:a -.erie rti fenom.::ni. poi cerchiamo quel minimo co– m1me :t tutti questi. duranlc il tempo ,klh nostra inda~in<' <' tal comune deno- 119

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