Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964

Libere opinioni (cont. dal numero precedente) Mondialismo comunitario Così, inoltrandoci nel seUore giudlzia• rio per vedere il volume di lavoro rela• tìvo sohanto alle controversie assicurati• \e. ciò non significa nemmeno sfiorare questa complessa materia. Invece, in una socictl1 razionale, come noi supponiamo che sarà la città coope• rativa (I) o «città-giardino» o «città·<\· zienda •, che dir si voglia, questo mecca• nismo assicurativo deve intendersi abo– lito o risparmiato, costituendo così un buon Incasso di forze lavorative per la restaurazione dell'economia sociale. li cittadino subisce un infortunio sul lavoro? Ebbene, per il solo fatto dell'in– fortunio, e quindi a prescindere da ogni formalità, egli viene ricoverato in ospeda– le, e quando è guarito torna in servizio, senza preoccuparsi di dover ... riscuotere alcun indennizzo. E' noto al contrario quello che in simili casi succede con la infernale burocrazia della nostra socie– tà (2). E per le assicurazioni contro il... furto? Scherziamo. Si starebbe freschi se la società di domani dovesse ancora aver bisogno di occuparsi di furti. Perchè, al– lora, che società sarebbe? (I) Sugli attuali esperimenti di ciuà coopera– tive è stato pubblicato in e Umanità Nova• del 3 febbraio 1963 uno studio intitolato « Espert– roenll di vita collettiva In Palestina. La città coo– perativa ed il k.lbbutz •· Successivamente, il 18 agosto, col titolo e Le nuove dttà del mondo•• la televisione ha trasmesso un documentario su • Israele, città nel deserto ~. (2) 11 principio del Proudhon • Abolizione del– la moneta e scambio d.lrelto dei beni col lavo– ro .- lrova cosi piena applicazione non solo per il notc\'ole incremento della ricchezza collettiva in consegucm.a della semplificazione dei rappor. ti sociali - data l'abolizione di una ingombran– te burocrazia - ma pure perchè in questo caso l'economia è anche libertà. 48 QuestQ int~rrogativo si presta invece a ricordare un importante principio socio– logico: I rasformare la società per trasfor– mare l'individuo, e non viceversa. A che serve reprimere gli effetti <,enza eliminarne le cause? Infatti si può tranquillamente afferma– re eh:! nella società dell'avvenire costerà poco che i suoi cittadini provengano dal– la giungla di questo mondo, così com'è, con tutti interamente i suoi difetti, per– chè è precisamente la struttura sociale - come una forma qualunque per sagoma– re la makria - che metterà gli uomi– ni nella condizione di potere e dovere condurre una vita radicalmente diversa. Concludiamo questa parte della presen– te trattazione, la quale ha fauo l'ipotesi che k forze lavorative dilapidate assom– mano almeno all'uno per mille della po– polazione mondiale, cioè a 3 milioni di unità. Ora, impiegando questo capitale lavoro in modo utile (per concorrere pure così a colmare il dislivello tra la nostra socie– tà ed una società razionale), anche in ra– gione di cinque ore giornaliere, e sola– mente al prezzo di lire 600 orarie, si ren– derebbe all'economia della prevista « a– zienda mondiale,. un valore quotidiano non inferiore a 9 miliardi di lire, valore con cui si potrebbero acquistare, al prez– zo medio di un milione a ettaro, circa 270 mila ettari di terre al mese, equiva– lenti a poco meno di 3 territori di te città– giardino» (3). I dissesti della presente società mondia• te, da noi considerata anch'essa un'azien- O) Analogainc,nté, il terri1olio di alcune azien– de agricole sovietiche, del tipo • sovkhoz • con– sta talvolta anche d.i cenlomila ettari.

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