Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964

Ilsuperamento ~ellamorale ~ l sacrificio Quando dicevamo che «la filornfia politica coglie il valori! dei progressi i-ompiuti dagli uomini nel loro vivere associato, coglie le contraddizioni di quello wiluppo e consente agli uomini la consapevolezza del progrC!:,!:10stesso che non può non coincidere con la loro libertà, la loro autonomia, la loro re– licittu (1), era nel nostro dire implicita l'identificazione della politica con la morale. La distin,ionc dei due termini infatti. anche come crociana distinzione · che non li oppone, e cquivoc:\: posta la distinzione dei termini non si può chiarire il dato che la cli!:itinzione fra morale e poli1ica aiuta a dis!:limubre quella più profonda dissociazionc che !:,i pone nell'interno !:IIC!:i!:,Q della morale, tra il di,;;corrcrnc e il praticarla. Perciò, anche da10 per scon1ato ché non ci puo essere una valida politica che non implichi l'impegno mo1·alc, che una politica sporca non è moralt.: e soprattutto non è politica, non cessa di scollare il terreno della morale. Si opera la distinzione nell'interno. Accade come nello sport: ci sono quelli che si reputano sportivi solo pcrchè assistono alla parlila di calcio e leggono il giornale sportivo. Ma come non si può essere spor1ivi se non praticando lo spori (per cui infine anche lo sport è una questione di costume che va consi– derato sotto il profilo morale e politico), così si deve ritent=rc che lii morale è sempre e soltanto azione, anche quando è discorso. Qui distinguert: significa essere disonesti. Si dice che fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: per noi non ci può che essere la disonestà, dato che il dire e il fare sono la ste~sa identica cosa. Non si può essere impegnati e non può essert= autcn1ica la nostra vita. senza identificare noi con le nostre parole, i nostri pensieri, la nostrn situa;rionc Slorica con le nos11·e azioni, in una na\ 1 igazione in cui noi siamo il pilota, la bussola, la nave, il mare. E questo non certo in virtù degli schemi dialellici, dato che il viaggio che noi consideriamo non è un viaggio solitario. Mi sia conscnlita ancora la metafora: siamo tutti nella stessa barca, per cui la nostra azione, seppur in noi circoscrilla, è sempre attività che ci lega agli altri. Ed è in questo senso che la morale è rapparto. E il rapporto è reale nella ferrea alternativa dei suoi termini (almeno due), su cui si fonda la scelta, e quindi la vita morale e politica. Ma una seconda alternativa dobbiamo esaminare, prospcllandoci la morale storicamente, come morale del sacrificio o di subordinazione o ipocrita, oppure come morale della compiaccma o di coll~lborazione o leale. La. dicotomia non vuole richiamare alla mente Bergson, ma piuttosto partire dalla definizione che Spcnccr dà di questa moral,:: - la chiama croz.za e primitiva» - strullurata militarmente, per giungere alla morale della compiacenza, come celebrazione dell'autonomia individuale in cui ha \ 1 alore soltanto la collaborazione. Na1ural– men1c il sacrificio eroico: :rnzi .i ben vedere, colui che si sacrifica in questo (I) Volontà, n. 11, anno 1963, pag 643. 42

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