Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964
« Gli Italiani dei Grigioni - che do– vrebbero comprendere assolutamente tutti gli abitanti - di fronte alla ma– r·ea teutonica invocano l'aiuto, magari di fuori• (pag. 128); «A meno che non intcrwnga a modificare radicalmente la ~i1ua1.:ionc un qualche fallo politico nuorn ... » (pag. 130); «E' interesse dei Grigioni di appoggiarsi, d'ora in avanti, al grnndc vicino del Sud anche per ri– stabilire un giusto equilibrio culturale e linguistico nel nostro Cantone• (pag. 132); « Romanci ed Italiani devono al– lear..,i, facendo tacere le piccole beghe campanili,;tiche, valligiane e religiose, per la comune difesa della loro stessa csistem-a • (pag. 133: quanta talle- ran1.:a•!). Anche per i Grigioni si parla, accu– sando il feroce protezionismo di Ber– na, di zona franca - lamentandosi che il tunnel dello Spluga non sia stato mai realinato e che si continui a rifiutare all'Italia lo sfruttamento delle acque grigionesi per la produzione di energia elettrica - e si finisce rivendicando ad dirittura la «restaurazione• ( !?) dei nomi italiani nella topomastica di tut– to il Cantone («non si dica più nè Prat– tigau, nè Prettigovia quando esiste Val Pratc:nse; si lasci Maicnfeld per ritor– nare(!?) a Maggia; Tiefenkastel si ri– pristini ( !?) in Castelfondo e Langwies in CampolungolJ (pag. 133). Le ragioni militaristiche di questa campagna «culturale• irredentista ven– gono indire11amcnte spiegate « Nella malaugurata eventualità di un confii110 tta Italia e Germania, og- 16) Ecco :ilcuni esempi· gi dopo l'ascesa dell'Italia al Brennero ed allo sparti-acque alpino, il punto da cui questa si può più facilmente vulne– rare e colpire è atlraver.o le nostre \'allate: dell'lnn che dal cuore della Ge1·mania conduce, dopo aver quasi sfiorato nel Tirolo il Passo di Resia, sul territorio del Cantone, al Passo di Forno che gira le posizioni italiane del Col di Resia e quindi della linea del Brennero; conduce al Passo della Ber– nina che gira le posizioni italiane del– lo Stelvio e, attraverso l'Aprica, quel– le di Ponte di Legno e del Tonale; conduce alla Maloggia, il più basso dei passi delle Alpi Centrali, che scende 'ili Chiavenna ed il l...."'\go di Como, mi– nacciando direttamcnlc il cuore della LomJ-,~rdia. La Val di Reno poi, mena dal lago cli Costanza ai passi det S. Ber– nardino e del Lucomagno da cui si scende nel Ticino che apre le vie di Como e di Milano• (pagg. 133 e 134). Inutile dire che, nella cartina che accompagna il volume, il confine geo– grafico italiano si trova sulla linea Got– tardo-Adula-Spluga ed include anche la Val Bregaglia e la Val Poschiavo. Dove non può arrivare la geografia arriverà, come si è visto, la linguistica e, benin– lcso, la demagogia polilica. L'atmosfera politica ticinese degli an– ni trenta, appestata dagli intrighi fa– scisti, è stata ben descri1ta dal Silane nel suo libro « La voll)e. e le camelie i-. E' l'epoc.:i in cui, mentre in Italia la stampa, sempre più assen•ita, si sca– tena (6), nascono le fcdcra1Joni dei Fasci Svizzeri e, prima fra tutte, quel- • Pcrchè un 1ncdcr11ismo giuliano e trentino e non mai un ticinese? Perchè si è sempre di~co1,<.>di un.:i ,11iquità di contini \Cr~o l'AuMria e non di quelli \erso la Svi11cra? (• L'Ambi-O• siano. - ,\hlano, dicembre 1922 - arlicolo d1 Notari intitolato • Lombardia 1rredenta •l . • Oucll1 che noi chiamiamo Italiani irrrdcnti sono nella Svinera italiana. Prima la cosiddetta 37
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