Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964

perch(: b Germania e l'Austria si era– no opposte all'annessione pura e sem– plice del Ticino all'Italia. La confusio– ne fu aumentata dall'afferma1.ione dei circoli militari tedeschi, secondo la quale l'Italia preparava l'auacc 0 della Amtria att.-averso i Grigioni e con la occupatione simultanea d'appoggio del Ticino, la cui sorte sarebbe stata chia– ra una volta occupato dall'esercito sa– baudo. Per ben compn:ndcre la gravità di queste ~chermaglic - che rischiarono di porre davanti all'Europa, insieme al– la «questione trentina», una «questione ticinese» (l'Italia non inviò neppure degli osservatori alle manovre militari svizzere del 1912) - occorre tener con– to delle ben più importanti misure mi– litari (costruzioni di forti, ferrovie e strade strategiche e messa in piazza di batterie lungo la frontiera grigio– nesc, ticinese e vallesana), prese da parte italiana dal 1911 in poi e del fat– to che il governo italiano non era fir– matario nè del Protocollo di Parigi (1815) sulla neutralità svizzera, nè del– la Convenzione della Aja (1907) sui paesi neutri. In un libro che Si faceva l'interprete delle inquietudini svizzere, entrando (siamo sempre nel 1912) nel vivo della question1.: del tunnel delle Alpi orien– tali (Grigioni), l'autore si pronuncia, per ragioni di difesa, contro la galle– ria della Grcina e per quella dello Splu– ga e scrive « Tutta la rete ferroviaria del Nord l talia è stata creata, come lo provano i resoconti parlamentari, te– nendo altrettanto conto delle conside– razioni strategiche che di quelle eco- nomiche ,._Dallo stesso libro si appren– de che il Velini, un ufficiale di Stato Maggio,·e italiano, ha potuto, basando– si appunto su un rapporto parlamenta– re, scrivere che «il Canton Ticino è, a causa della sua importanza strate– gica, il primo obiettivo dell'Italia» e che questa baldanzosa affermazione è stata riconfermata dal deputato Te– nani in un altro documento ufficiale. Nulla di strano del resto, poichè il sogno irredentistico della « Grande I– talia» è apertameme insegnato nelle scuole italiane attraverso i manuali e le carte di geografia (pensando ai qua– li, il quotidiano bernese « Der Bund » potè effettivamente padare - nume- 1·0 del 9 dicembre 1912 - di «irreden– tische Geographie»). Basta citai·e il « Manuale di geogra– fia e cosmografia, fisica e politica» del– l'Olivati (tenente colonnello ed ex pro– fessore nella R. Accademia Navale di Livorno), i:tdottato nelle scuole ,;econ– darie, classiche. tecnico, normali e militari e che nel 1909 era alla sua un– dicesima edizione (Giusti, Livorno) (4); il « Testo di geografia fisico-antropolo– gica » (Torino, 1912) del Gribaudi; il « Testo-atlante di geografia » (Roma, 1912) del Mori e le .. No1.ioni di geo– grafia» (Torino, 1912 - 20.ma edizione) del Barberis. Le carte d'Ualia delle scuole statali (edizione 1904) portano in nero il Ti– cino e la Val Poschiavo, «terre irre– dente» come la Corsica, Nizza, il Tren– tino e la Venezia Giulia. Nel giugno 1911, la sezione milanese del Club Alpini Italiani effettua una e– scursione (alla quale parteciparono un {4) Fra le • parti d'lt:tlia sogge11c a stati stranieri• l'au1ore cita il Ticino. te quauro valli gMg_ionesi di lingua italiana (Mesokina, Calanca, Brcgaglia e Poschiavo) e l'alta valle del Divcdro (affluente del Toce) prebo il Passo del Sempione (Vallese). 34

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