Volontà - anno XVI- n.12 - dicembre 1963

LA SCIAG-URA DEL VAJONT L 'IMMANE tragc ...."' Che si è abbattuta su Longaro~e non poJò lasciarci indifferenti, an– zi ci porta a fare ae;'.lc considerazioni di ordine norale e politico. Perchè la perdita di tante vite umane - tar,~,:-,scioccamente pcrdulc - non è sollanto da attribuirsi al caso, come nei cataclismi nat...:r-ali o alla volontà umana, come nelle guerre o nelle ri– voluzioni, ma è da attribuirsi ad un sistema politico-sociale che permette il verificarsi di tali sciagure. Perchè le responsabilità ci sono e le vedremo - se le vedremo - dai risultati cui perverrà la commissione d'inchiesta. Intanto, anche se la commissione do– vesse arrivare ad individuare i responsabili, a far sì che essi vengano sottoposti a pro– cesso e condannali, niente più può colmare il vuoto immenso provocato dalla tragedia, nè lenire il dolore dei congiunti delle vittime. Niente, nè i brillanti discorsi delle perso– ne autorevoli, nè le raccolte di solidarietà per i superstiti. Tragedie simili, provocate da incuria o leggerezza, quando non si tratti di incompetenza tecnica o speculazione economica e quindi di disonestà, se ne contano, in Italia, ormai più di una; come non si contano più le commissioni d'inchiesta che dovrebbero accertare la verità delle cose. 11fallo si è che in Italia si muore, vuoi per l'irresponsabilità del datore di lavoro che, per l'ingordigia di grossi guadagni, non fornisce misure di sicurezza all'operaio durante il suo lavoro, vuoi perchè il barone della miniera si rifiuta di modernizzare le attrezza– ture, lasciando che i poveri minatori penetrino nelle viscere della terra senza un mar• gine di sicurezza, vuoi per la speculazione edilizia che costruisce palazzi e scuole e pon• ti e strade, senza alcuno spirito pubblico ed alcun criterio onesto, provocando spesso vittime fra le popolazioni. In Italia si muore e la morte ha un solo nome: denaro. Si uccide per denaro, si uccide per arricchirsi illecitamente. Ecco allora che il problema si fa morale e politico. Nell'Italia del « miracolo economico,. gli scandali e le ruberie non si contano più. Nell'Italia, patria del diritto, ci si serve della legge J)t!r vantaggio personale e ci si fa riparo della legge per frodare meglio. Si vuole ricostruire Longaro– ne! Quanta volontà di ricostruzione, quanti ripensamenti, quanti soccorsi ora che le tremila vittime tacciono per sempre. Si direbbe che la nostra classe dirigente si distin– gua per « il senno del poi ». Quando da parte di comuni cittadini ed élnche di autorità locali si gridava al peri– colo incombente, dall'altra parte - dalla parte dei « padroni del vapore» - si rispon• deva che si esagerava, che si era visionari! La fnma non avrebbe aumentato la sua ve• locità, la popolazione non correva alcun pericolo! Invece le « persone autorevoli "• que• sta volta, si sono sbagliate e l'irreparabile è accaduto. I responsabili? Chi sono? Uno, nessuno, centomila, direbbe Pirandello. Meglio ancora risponderebbe il regista André Cayatte: Siamo tutti assassini! Sì, siamo tutti responsabili, responsabili di tutto ciò che accade nella società, perchè la società siamo tutti imieme, tutti noi e se non fossi– mo tutti un po' vili non dovremmo permettere che queste cose accadessero. Se i tremila morti non avessero atteso le « provvidenze dall'alto» e avessero impo– sto il loro prbolema prima che fosse troppo tardi, essi sarebbero in vita a lavorare per rendere più bello e più prospero il loro paese. Non dimentichiamolo e ricordiamocelo tutti. Non commuoviamoci per i discorsi a base di frasi come questa: • figli degli eroi di Caporetto "• o per le catene di solida• rietà anche se provenienti d'oltreoceano. Se ci sono i puri ed i sinceri nell'offerta, ci sono nella mischia anche quelli che sanno qud che fanno. Non esultiamo per tanto spirito caritativo, pensiamo a lavorare, lavorare, perchè nuove sciagure di tal genere non si abbattano più sul nostro paese uccidendo dei poveri innocenti. (Da « L'Agitazione del Sud» n. 10) LOGOS ,676

RkJQdWJsaXNoZXIy