Volontà - anno XVI- n.12 - dicembre 1963
e uno di riposo, un mese intero a Mosca, una settimana nelle altre capitali; attraverso il Pakistan, !'Afganistan, la Persia, l'Unione Sovietica, la Polonia, le due Germanie e la Francia; quindi Londra, Liverpool, New York, Washington. Partiti senza un soldo (altrimenti ne occorrevano troppi), -con una lampadina tascablie (presto regalata), una scatola di medicinali (gettati perchè inutili: la malattia più grave che li ha colti è stato il raffreddore), e un pacco di mani– festini illustranti le rng·oni della marcia. A Kabul l'ambasciata sovietica prende cura della traduzione in russo del manifesto e fa trovare loro due interpreti quando arrivano al confine sovietico; questi li accompagnano come cani fedeli, ma non fastidiosi, sino a Mosca, preparando i contatti con la gente e l'ospitalità: nelle case della cultura, presso famiglie private, nei colcos. Le discussioni sono interminabili, sino a tarda notte; pesantissime per i pacifici marciatori, assaliti dalle domande più strane, costretti a mangiare e a bere oltre la breve misura nazionale, in lotta erOica contro la stanchezza e il sonno. A Mosca i due indiani, che ormai sanno parlare il russo, riescono a conge– dare gli interpreti; e tra una interminabile serie di visite a musei e stadi. di ricevimenti e di discorsi, presso associazioni tutte pacifiste o per lo meno paci– fiche, ottengono un colloquio, che dura un'ora e mezzo, con Spiridonov, membro del presidio del soviet supremo dell'URSS: «l'URSS non può disarmare unilate• ralmcntc, perchè ha paura degli Stati Uniti, perchè non si sa sino a che punto il governo di Washington possa controllare le forze reazionarie e gli interessi fautori di riarmo e di guerra; ma fa ogni sforlo per arrivarci, anche tramite graduali compromessi, poichè le spese militari gravano, sull'URSS, in misura tale da rallentarne troppo lo sviluppo economico e sociale». Le accoglienze più calorose - a livello governativo - i due marciatori le hanno ricevute in Polonia; in Germania orientale Ulbricht si è dichiarato pronto ad uscire dal patto di Varsavia nQn appena la Germania occidentale accetti dì abbandonare la NATO; a Bonn nessun rappresentante del governo ha voluto vederli; in Francia De Gaulle non ha mai risposto alla loro richiesta di un collo– quio e quando essi hanno partecipato davanti all'Eliseo a una pubblica protesta cQntro i progeltati esperimenti atomici frnncesi, li ha espulsi dal paese. LAPREPARAZIONE T CNICA DEIVOLONTARI PERLAPACE Una caratteristica essenziale del pacifismo moderno, legata al suo impegno di «realizzare» per non finire, è la necessità di una preparazione tecnica speci– fica - o di più di una - in tutti i suoi fautori (è meglio non chiamarli «mili– tanti», per la contraddizione etimologica e la costante bruttezza dell'immagine): occorre gente che sappia opporsi all'esercito e alla polizia conoscendone le abi– tudini e i mezzi, la tattica e i piani (leggere una carta militare, rompere o superare uno sbarramento, intercettare o decifrare una comunicaziune, colpire in un dato punto un'arma o toglierne quel certo pt:zzo che la renda completa– mente inservibile, eccetera). Nelle comunità di lavoro non-violente, nelle imprese che lavorano a scopi precisi, statutari, di pace e di aiuto alle zone sottosvilup– pate, nei progetti di sviluppo, piccoli e medi, da realizzarsi nei paesi arretrati - 683
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