Volontà - anno XVI - n.10 - ottobre 1963

rum, la Quadragesimo Anno e l'istituzio- 11ella convinzione ferma della propria ne delle Corporazioni. missione•· Nel num. di Gennalo 1938 (p. 13), a proposito della Guerra Civile di Spa– gna, P. Gemelli scrive: • La Chiesa Catto– lica, malgrado il suo spirito di pace e ben– chè non abbia voluto la guerra, nè abbia collabora10 ad essa non poteva restare ìndi/luente nella lolla: glielo impediva– no la sua dottrina ed il suo spirito, il se,uo di conservazione e l'esperienza del– la Russia•· Nel discorso commemorativo di Pio XI (Marzo 1939, p. /Jl), P. Gemelli parla di Mussolini, come dell'Uomo della Provvi– denza intorno al quale si erano visti 60 Vescovi e 2000 sacerdoti. • L'Italia p11t;affrontare, sicura delta sua missione civilizzatrice, il giudizio di wt mondo che ,re invidia il rapido ascen– dere ed il suo continuo consolidarsi e che dalla forza della realtd è costretlo a poco a poco al riconoscimento dei suoi diritti ed al completarsi dei suoi confini•· Lo stesso P. Gemelli sull'impresa etie> pica (Dicembre 1935, p. 7171) in un arti– colo dal titolo • Tutti gli italiani uniti nella lolla per la pace• aveva scritto: • Dicono i ,remici ,rostri che vogliamo abbattere il Fascismo, ma noti ri/lellono che il Fascismo e l'Italia oggi sono una cosa sola e che, combattue l'uno è com– battere l'altra._ Costoro non riflettono che qualora il Fascismo 11011 avesse altro merito, ne lia almeno uno: aver cementato l'animo de– gli italiani in una disciplina di soldati. Nessuno riflette che Benito Mussolini, uo. mo di volonrb ferrea Ila comunicato, con una scuota di pochi anni, alla nazione un'inflessibile volonld di essere e di lot– tare come un sol uomo, fino all'estremo, Nel num. di Giugno 1936, (p. 246), Paolo Emilio Taviani (5), scrive un arti– colo • fascistissimo •= "I.A nuova pace e il IIUOVO Impero". Alberto Amante (critico militare per vari anni), scrive un articolo, intitolato • Pii, cannoni, più navi, più aeroplani• (Aprile 1939). • Net discorso di Reggio Calabria (JI Marzo u.s.) il Capo del Governo ha riaf– fermato la sua fiducia uelle forze spiri– tuali che si accoppieranno a quelle mi– litari nella difesa dell'impero. La "forza dello spirito" l infalli una potenza crea– trice. Essa permise ai Romani di domi– nare il mondo allora conosciuto, poi, do– po secoli di schiavitù, favorl il risorgi~ mento della Pe,iisola portandola all'unitd e all'indipendenza, infine ha risolevvato il paese dall'abbattimento del primo do– poguerra e l'ha richiamato alla realtd del– la propria missione nella sfera della Pro– tezione divina manifestatasi con l'avveni– mento della Conciliazione_, Nel numero dl G I u gno 1940, P. Gemelli alla vigilia dell'entrata in auer– ra dell'Italia (10 giugno), parla dei doveri dell'italiano. Questo articolo dal titolo • Italia, ma– dre noslra • del luglio . agosto (p. 291), pieno di retorica patriottica e fasciJta, lo avrebbe potuto firmare un Mario Ap– pclius qualunque. (S) li Tavl.inl, esaltatore dell'Impero fasci– sta, è quel Paolo Emilio Taviani che ritrovia– mo più \'Olte ministro nella nuova democra:r.la italiana 585

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