Volontà - anno XVI - n.10 - ottobre 1963

Un incontrocon Max Nettlau* VIENNA. 7 settembre JN NESSUN POSTO ho visto un riposo domenicale più completo e più rispettato che a Vienna. La città pareva abbandonata, come una fabbri– ca. I piani terreni delle case ermetica– mente chiusi; i negozi con le serrande abbassate e le persiane inchiavardate; i caffè quasi vuoti; gli agenti addetti al traffico disoccupati, giacchè i pochi automobili che transitavano potevano incrociare senza segnali. I tram smar– riti lungo i boulevard deserti ... I po– chi pedoni non sembravano viennesi; questi o erano andati fuori città o si trovavano in casa ... Vagolo per la citt~. tra vecchie stra– de ... Lazarelhgasse! La targa posta in un angolo sulla quale l~ggo questa iscri– zione mi fa subito ricordare il nome di Max Ncttlau. Trovo il numero nel taccuino: sono proprio davanti al n. 32. Lo troverò cer1amen1e, giacchè è il caso che mi ha condono nei pressi della sua casa ... La porta dell'abilazie> ne di Neulau, come mi dice il portie– re, trovasi all'ullimo piano, al terzo. Chiamo una volta, due volle. Alla ter– za la pori.a si apre, lentamente, di po– chi centimelri. Appena mi avvicino, torna però a chiudersi bruscamente. Aspetto alcuni minuti. Nel dubbio di aver sbagliato poichè non c'è alcuna (*) Tratto dal volume di Eugcn Relgls Do– cc:s Capl1alc1 • Pcrcvloadone■ europea.I, Ed. ., Humanidad •· Montevideo, 1961 . paa:, 133-142. (Traduzione di a:,r.). indicazione sulla porta, ridiscendo le scale. Al primo piano, una domestica che saliva in quel momento le scale, non sa dove abita Nettlau, però esplode in una bella risata quando le dico che mi è stata sbattuta la porta in faccia; la donna, poi, fa, portando 1a mano all'altezza della tempia, un segno che indica abbastanza bene la pazzia o, quanto meno, la stranezza. Un inqui– lino strano! Non riceve nessuno. Lo si vede scendere una volta alla setti– mana. Il portiere, intanto, ha deciso di accompagnarmi. Egli sa come par– lare all'He1T Doktor. Quando la porta si apre nuovamente, introduce il mio biglietto da visita. Subito si presenta davanti a me un uomo anziano, alto, diritto, che mi porge una mano vige> rosa. L'occhio, dietro le piccole lenti tenute da un filo, è azzurrino, sorpre– so e timido. Una grande fronte, la faccia larga con barba corta e bianca. Il collo prolunga la sua nudità in un triangolo villoso sopra il petto. E' in camicia con le maniche rimboccate. 1 calzoni formano dei soffietti sopra le pantofole di feltro, le quali somigliano ai sandali dei contadini. La sua statu• ra s'è imposta a me come un'immagi• ne istantanea, sorta dai lunghi ed e– ruditi saggi che pubblica su riviste spagnole, inglesi, tedesche e francesi. - Scusami! Alcuni avvenimenti re– centi mi han reso prudente. Dei com– pagni sono caduti nella troppola di spie presentatesi come amici, ma con l'intenzione di tradire ... Così dicendo, Nettlau mi conduce in un piccolo vestibolo scuro, occupato da una chincaglieria di oggetti alla 569

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