Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

Considerazioni sulla n crisideologica" russo -cinese Permettiamo che il termmc « crisi » deve essere accettato nel suo significa– to più corrente, cioè nel suo senso, in fondo, sempre ambiguo, in quanto può includere fattori positivi e negativi en– tro uno stesso piano di fenomeni o di eventi sociali in genere. Il termine è di uso comunissimo e, ad un primo aspet– to, sembra chiaro e convincente; nei fatti pare che dica molto, mentre in realtà dice poco o per meglio dire, non ha una sicura capacità di spiegare il « perchè » delle cose. In un certo sen– so possiamo dire che la vita è una cri– si continua, come possiamo affermare anche l'opposto. Comunque, qualcosa si può sempre comprendere. Russia e Cina, « ideologicamente », sembra che non vadano più d'accordo. Si profila, sempre più vasta e sempre più inquietante, l'« ombra» del revisio– nista slavo Kàrdeli, che in un suo libro ( l) - « Socialismo e guerra » - aveva esposlo una tesi - la quale dal comu– nismo, diremo così, ortodosso, fu bol– lata come tendenziosamente assurda - secondo la quale un mondo, costellato di nazioni tutte comuniste, non sareb– be affatto una perenne garanzia di pa– ce. Lo Stato, per il fatto di essere ve– stito di rosso, non può abbandonare la sua « volontà di potenza ». Però, nel cenni Lto ideologico russo-cinese, si di– scute di quella che dovrebbe essere la vera « guida » del comunismo mondia– le. (I) Più precisamente sì tratta di una serie di articoli, pubblicati dalla Borba di Belgrado, dai qua.li abbiamo ricavato un articolo crilico pubblicato sul n. 10 del 1960 di Volonlà. Secondo la Cina, i sovietici scivolano ,·erso un pericoloso imborghesimento: non solo, ma quelle che Kruscev defi– nisce tattiche sottili ed opportune, (ad esempio, il ritiro da Cuba, oppure le pressioni esercitate sui comunisti del– l'lrak, dell'India e dell'Indonesia, per– chè rinuncino ad ogni autonomo ten– tativo di conquistare il potere), per la Cina sono veri e propri tradimenti ver– so la causa del comunismo, o, perlome– no, atti di grave debolezza. Dall'altra parte, invece, Kruscev ritiene possibi– le una conquista del mondo da parte del comunismo, non attraverso avve– nimenti apocalittici, ma per mezzo di pressioni irresistibili scaturenti dalle cose e dagli eventi in genere o, in allri termini, per naturale e logica evo. luzione della volontà dei popoli. Mao, al contrario, è politicamente cinico, (per quanto, sotto un certo aspetto, i suoi discorsi e il suo comportamento possano essere definiti una sincera coe– renza dell'uomo dittatore), quando af– ferma che la guerra tra comunismo e capitalismo è inevitabile ed è quindi inutile illudere i propri popoli con del– le prospettive inattuabili. Dalla millenaria e tristissima espe– rienza che ci è stata tramandata dalla storia, è più facile, purtroppo, che sia più nel vero Mao di quanto non lo sia Kruscev, anche ammesso che quest'ul– timo predichi veramente in buona fe– de. Esiste, però, una sostanziale dif– ferenza di situazione interna tra Cina e Russia. Questa, almeno per ora, ha certamente più bisogno di pace che di pericolose avventure, poichè si sente sicura di offrire prove sempre più evi- 455

RkJQdWJsaXNoZXIy