Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

accorto zelo adulare alquanto il pregiudizio universale e palpando sanare la piaga•· Il Segneri è lontano dall'Orchi, ma gli si avvicina con la sua passione per il dettaglio narrativo e descrittivo. Prendendo, in un suo discorso a dimostrare, « che chi aspetta a pentirsi alla morte, non lo potrà per la forta dei mali abiti», narra il caso di un tale che, invaghitosi di una fanciulla moresca, la tenne molt'anni con sé nonostante le ammonizioni frequenti e i consigli degli amici, che lo incitavano a licenziar– la. In punto di morte, il confessore lo invita a cacciare la donna, ma quegli risponde: « Non posso•· Il Confessore gli prospetla le pene eterne. Allora, quello sventurato, gittando un crudo sospiro: « Non posso•• tornò a replicare « non posso», e raccogliendo quelle deboli forze che gli restavano, afferrò im– provvisamente la donna per un braccio, e con volto acceso e con voce alta pro– ruppe in queste parole: • Questa è stata la mia gloria in vita, questa è la mia gloria in morte, e questa sarà la mia gloria per tutta l'eternità •. Indi tra per la veemenza del male, per la violenza del moto, per l'agitazione de1l'affello, esa– lò fra le sue braccia lo spirito disperato •· Il Segncri aveva preannunziato • sentite caso terribile e inorridite•. ma il suo dettagliato racconto doveva, contrariamente alle sue giuste intenzioni, parlare molti uditori, e, ancor più, molte uditrici, a simpatizzare con l'uomo che non rinnegava il suo amore. Segneri, è tradito da suo realismo a tesi. Quando Savonarola cominciò a predicare parve un barbaro ai Fiorentini. L'epoca oratoria era quella di Fra' Mariano da Gena1.zano. Savonarola operò il miracolo di far le orecchie nllove alla musica nuova. Nelle trascrizioni delle prediche del Savonarola si nota spesso l'osservazio– ne del devoto stenografo: « Qui ruppi in lacrime e non potei scrivere più ol• tre•· Il cronista Cerretani, scrivendo <li uno di questi discorsi, notava: • ciascu– no, quasi semivivo. senza parlare, per la città si aggirava•. Violenta, profonda impressione produceva negli animi l'ripocalittica eloquenza del Ferrarese. Per• chè parlava, con l'anima aTl'anima. Segneri parlava anch'egli con l'anima, ma teneva conto delle orecchie. ANNUALE DI HUGO* Sono passati quarantun anni da quando Victor Hugo passò dalla regalità voherriana della sua ricca casa di buon gustaio dell'arte e cli buon ammini– !aratore della propria fortuna all'apoteosi nazionale del Pantheon. Fra noi e la generazione intellenuale dei tempi suoi è tutto un mondo di esperienze e di mutamenti, sì che l'apocalittico aedo della folla, il tribuno della democra– zia, il romanziere dei Miserabili risica di perdere il piedistallo, gli allori e l'aureola e di mostrarsi nei panni del borghese innamorato deJJa poesia ed in• 517

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