Volontà - anno XVI - n.7 - luglio 1963

li con una spontaneità che assumeva le forme più diverse e con una plurali– tà di azioni che, nella loro cliscontinui– tà, costituivano una linea rivoluziona– ria passante attraverso comunità orga– nkhe di uomini liberi tesi all'autoe– mancipazione. In queste comunità si sa già che il fallimento della rivoluzio– ne significherà il trionfo definitivo del– la barbarie, dell'autoritarismo statua– le. Tra le esperienze comunitarie rivo– luzionarie di questi anni in Germania noi possiamo considerare come parti– colarmente interessanti quelle vissute dall'armata rossa della Ruhr nel pub• sch di Kapp del 1920 e dalle forze ope– raie e contacline dell'armata rossa del Vogtland guidata da Max Hoclz nella medesima circostanza (15). Quando nella primavera del 1920 i corpi d'as– salto dei vari Kapp cd Ehrhard si ap– prestavano a sferrare l'attacco contro la vacillante repubblica di Weimar, si costituirono, nel generale disorienta– mento delle organizzazioni tradiziona– li del movimento operaio, le truppe del– l'Armata rossa della Ruhr formate da militanti di ogni provenienza politica, dai cattolici, ai comunisti, ai socialde– mocratici, ai comunisti d'opposizione, pronti ad entrare in azione attorno ai nuovi quadri dirigenti operai creatisi SPontaneamente nel corso degli sciope– ri che avevano preceduto l'assalto di Kapp-LUttwitz. Uomini come Wilhelm Sylt, militante tra gli operai elettrici e come Gottfried Karusseit di Dort– mund non rispondevano a nessuna del– le fisionomie di organizzatori tradizio– nali e di rivoluzionari verbosi: erano militanti dotati di una notevole coscien– za di classe e di una rimarchevole sen– sibilità sociale, doti che li designava- no come guide dei movimenti di clas– se che avevano i loro centri cli irra– diazione all'interno delle fabbriche, nel– le miniere, nelle aziende piccole e gran– di in cui si ramificavano i gigante– schi complessi metallurgici di Wupper– tal, Remschcid, Elberfeld-Barmcn, 80- chum, Essen. Condotta con successo l'azione di re– sistenza, l'armata rossa operaia della Ruhr veniva sciolta per imPosizione del– la SPD che trovava nell'incontro cli vertice di Biclcfeld il consenso dei qua– dri dirigenti della USPD e della KPO. Con l'accordo di Bielefeld (23 marzo 1920) l'unico strumento valido di resi– stenza operaia, l'armata rossa della Ruhr, cessava d'esistere e, opportuna– mente disarmata veniva ridotta al ran– go farsesco di una milizia ausiliaria dell'esercito, mentre si procedeva ai primi processi sommari contro i suoi capi. (Un particolare interessante può essere il fatto che a rapprasentare la KPD, nell'intesa capitolatrice di verti– ce di Bielefeld, vi era Wilhclm Picck ). Più a lungo doveva durare la resìsten– za operaia in Sassonia, nel distretto compreso tra Chemnitz, Falkenstein e Mansnd, nell'Erzgebirge cioè e nel Vo– gtland, ove minatori, tessitori, lavoran– ti a domicilio, contadini miserabili e disoccupati, sottoposti da cinque seco– li agli effetti peggiori della razionaliz– zazione capitalistica, avevano trovato dal 1918 il loro capo in una singolare figura di libertario autodidatta, do– tato di notevole talento organizzativo: Max Hoelz. Mentre l'onda1a rivoluzio– naria sollevata in Germania occidentale subiva un forte riflusso sotto la pres- (IS) Cfr. Max Hoeli, • \lom Wei~scn Kr.:w: zur Ro1en Fahne •· Derlin, 1929. 415

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