Volontà - anno XVI - n.7 - luglio 1963

talilà minata, fra l'altro, dal miraggio sovietico e dal lavoro degli inviati spe– ciali del Kremlino in America: il giapponese Sen Katayama e l'indostano M. N. Roy. Quando il miraggio sovietico svanì, le acque non tornarono al loro pri– mitivo alveo pcrchè la II Internazionale, molto più opportunista degli anarchici, aveva potuto far breccia nel seno dei movimenti operai rinforzando le centrali sindacali di influenza politica, come la Trade Union inglese. Parallelamente si rinforzavano anche i sindacati «puri», ossia, completa– mente ibridi come quelli mastodontici statunitensi che portano persino un'im– pronta marcatamente reazionaria e che spingono Malatesta a pronunciarsi così: « Se venisse una rivoluzione negli Stati Uniti, i forti e ricchi sindacati sarebbe– ro, senza alcun dubbio, contro il movimento perchè temerebbero per la sorte dcli.! loro casseforti e per la posizione privilegiata che si sono assicurati•· (Sin– dacati Conservatori. Umanità Nova 13-IV-1922). In quanto al pericolo che stringe, da presso, un sindacato influenzato da un pnrtito politico, già Bakunin lo prevedeva, studiando la situazione del movi– 'mcn!o operaio tedesco: « ..• e mette il movimento socialista dei lavoratori tede– schi .1 rimorchio del partito della democrazia borghese» (7). In questa maniera il sindacato viene a perdere ogni caratteristica rivolu– zionaria e di proiezione verso un futuro anarchico. Alla uguaglianza alla quale sono informati i nostri princìpi si sostituiscono e si offrono all'operaio miglio– rament1 di carattere immediato che lasciano sempre ,in vigore le radici de11a in– giustizia sociale: scaturiscono così le teorie neoliberali di collaborazione fra capitale e lavoro, l'ipoteca del presente basata sulla promessa da una tranquilla vecchiaia con re!ativa pensione, l'assistenza sociale e certi altri miglioramenti che gli sviluppi tecnici e scientifici permettono senza scardinare l'economia ca: pitalist:t, L'uguaglianza economica comincia a preoccupare meno l'operaio a misura che il suo livello di vita, sempre grazie agli apporti della tecnica e del– la scienza, subisce certe variazioni favorevoli. L'esigenza rivoluzionaria del pas– sato, reclamando l'uguaglianza, per questione di principio e perchè gli uomini nascono uguali, ha lasciato il peso alla tolleranza delle grandi fortune purchè al salariato si dia un miglioramento della sua vita materiale. Il movimento operaio, quindi, manca deJl'opportunità che lo stimoli a non perdere la nozione di elemento chiave che, come produttore, è nella società e cile l'autorizza. moralmente, alle massime rivendicazioni. Jr. ultimo, c'è un altro fattore che pesa e che appare periodicamente in tutti i paf!si di tutte le latitudini: il Dittatore Operaista. Fermare 11cfamore di un popolo, opp0rg1i resistenza, non è prudente. La soluzione sla nel farlo deviare basandosi sul principio di Jiu Jitsu che consiste nel convogli,tre l'impulso del litigante a beneficio proprio. Musso1ini, Hitler e {7) Cfr. nota ~2). _408

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