Volontà - anno XVI - n.5 - maggio 1963

PITTURA Dal 23 Marzo al 28 Aprile le numerose sale del Palazzo Strozzi di Firenze hanno ospitato una rassegna d'arte contempora– nea denominata originalmente Mostra Mercato d'Arte Nazionale. Con questa for– mula, in se stessa nuova, gli organizzatori sono riusciti, a quanto ci risulta, a ri– muovere una situazione di mercato - ed anche di immissione culturale - che in Italia era considerata, fino ad oggi, pre– dominio geografico dell'ambiente milane– se e romano e alla stregua, quindi, delle due massime zone d'influenza, a circuito statico, delle arti figurative in campo na– zionale. L'esser riusciti .a rimuovere, magarj in forma iniziale, una situazione di questo tipo troverà certamente dei larghi consen– si e dei ragguardevoli vantaggj per chi opera specialmente nell'Italia centrale do– ve le città, per quanto riguarda !'attività specifica dell'arte e della cultura, erano finora rimaste per lo più in ombra viven– do così con quei risultati quasi sempre di seconda mano e di natura provincia– listica. Con questa prospettiva, il « com– plesso• di monopolio culturale dei grandi centri sembra aver subìto un mutamento non del tutto trascurabile. Naturalmente la suddetta manifestazio– ne presenta anche la faccia di un altro momento della realtà: cioè, come il capi– talismo della pittura abbia, in questo ca– so, esteso la sua tela, spingendosi in un terreno prcssochè ancora intatto per la eventuale ricerca di una più vasta com– mittenza affaristica di mercato. Vi sono, infatti, in gioco grosse previsioni e non ultima quella dell'urgenza - da parte dei gestori delle più note gallerie italiane - di piazzare quella larga produzione di pit– tura, attualmente in fase declassata, su nuovi sbocchi dei commercio nazionale. A tale riguardo vi è appunto quell'aspetto si– gnificativo della sopravvenuta débdcle del. la pittura di genere cosiddetta astratta dove sono implicati nomi di pittori che la, critica non militante ha finora sostenu– to in maniera abnorme e al di fuori del senso storico. Pittori più o meno giova– ni e di scuole a ,,olte opposte ricadono oggi a terra in un ambito molto ristretto di specifica valutazione espressiva. Questa la sorte non tanto di quei nomi concla– mati prima e dopo la seconda guerra mondiale (Guttuso, Morandi, Casorati, Si– roni, Rosai, De Pisis, De Chirico, Campigli, Carrà, Cantatore, Gentilini, Cassinari ed altri che ci riguardano più da vicino) quanto dei vari Afro, Capogrossi, Morlotti, Santomaso e Corpora, di cui fin troppo si è tenuto conto nella scena artistica na– zionale. In definitiva questi ultimi con la loro pittura di gusto reggono ancora le capacità del mercato e di tanta critica non impegnata. Come da più parti è stato notato, la maggioranza dei « galleristi • presenti al– la mostra mercato ha cercato, com'era da prevedersi, di esporre in primo piano no– mi di artisti già conclamati dalla suddet– ta critica senza tener fede ai presupposti peculiari della rassegna, il cui fine sem– mai dove,,a essere l'analisi di quelle per– sonalità che, più di altre, hanno mostrato il verso dell'avvicendamento a quelle che sono le prospettive del rapporto contem– poraneo con la cultura tutta. Nonostante le trame d'obbligo e l'inquadramento del– la mostra alla ferrea logicà del mercato, 317

RkJQdWJsaXNoZXIy